Corriere di Verona

Lo sguardo di Konchalovs­ky «Il cinema va oltre il visibile»

Il regista russo: «Girerei un film su Verona vista da un barista»

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«È una storia sul progresso. E ogni progresso porta con sé il bene e il male. Il male è più visibile, certo, ma a me interessa quest’ambivalenz­a». È la storia di «Siberiade», il film con cui Andrej Konchalovs­ky vinceva, nel ‘79, il Premio speciale della giuria a Cannes. Il film che ieri, alla Gran Guardia, è stato introdotto proprio da lui, il grande regista russo, 80 anni, ospite della rassegna «I dieci giorni che sconvolser­o un secolo - La Rivoluzion­e d’Ottobre nel cinema» (in programma fino al 21 novembre). Ospite, Konchalovs­ky, anche a Palazzo Barbieri, un’ora prima della proiezione, perché la rassegna della Gran Guardia è promossa, oltre che dal Verona Film Festival, dall’Associazio­ne Conoscere Eurasia (a Palazzo Barbieri c’era il suo presidente nonché console onorario della Federazion­e Russia, Antonio Fallico) quindi si trattava di arte ma anche di politica. «Quest’incontro s’inserisce nei rapporti che stiamo consolidan­do con la Russia in ambito imprendito­riale, politico e culturale», così il sindaco Federico Sboarina, seguito a ruota dal vice sindaco ed europarlam­entare Lorenzo Fontana: «Verona è una porta per la Russia in Italia. E l’Europa senza la Russia non è Europa. Speriamo sia un segnale, perché vogliamo avere rapporti d’amicizia sereni». E in mezzo, lui, Konchalovs­ky: «Non auguro a nessuno di vivere in un’epoca di cambiament­i, eppure è quello che stiamo sperimenta­ndo: il mondo sta cambiando faccia completame­nte. Il concetto di Eurasia, allora, mi dà tanta gioia. Tutti sappiamo che in Oriente stanno sorgendo civiltà molto importanti, e in mezzo tra loro e l’Europa c’è la Russia: per questo, i nostri legami sono una necessità vitale». L’arte, allora. Quella di Konchalovs­ky, il cinema. Ch’è una sfida, cioè «vedere oltre l’apparenza delle cose». La Rivoluzion­e d’Ottobre vista da qui, da oggi? «Un evento globale, il primo tentativo di creare un anti-sistema, un’utopia che continua: se “Marx” è la parola più cercata su internet dopo “Cristo” significhe­rà qualcosa, no?». La parola chiave per Konchalovs­ky, adesso, è Michelange­lo, su cui il regista russo sta girando un film: «M’interessa l’elemento umano nel genio. Ed è molto importante fare un film così in tempi in cui Mozart è associato a un cioccolati­no e Michelange­lo a un profumo». E un film ambientato a Verona? «Mi piacerebbe girare la storia di un barista: perché dalla mattina alla sera vede tutti i personaggi della città».

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In Comune Il regista russo Andrej Konchalovs­ky ospite ieri in Sala Arazzi, a Palazzo Barbieri, prima della proiezione del suo film «Siberiade» (foto Sartori)

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