Corriere di Verona

Hellas a picco, dopo la sosta l’ultimo appello

A picco a Cagliari, alla ripresa ci sono Bologna e Genoa. Fusco conferma il tecnico

- Matteo Fontana

Come in quella trasmissio­ne che, condotta da Renzo Arbore, spopolava sulla Rai nella seconda metà degli anni ’80, è un Verona che va «Indietro tutta». Peccato che non ci sia proprio nulla da ridere, guardando questo Hellas che, a Cagliari, ha buscato la quarta sconfitta consecutiv­a e l’ha fatto nel modo peggiore.

I punti in classifica rimangono 6, i gialloblù sono penultimi con il Genoa, che ha appena sostituito Ivan Juric con Davide Ballardini, e dietro hanno solamente il Benevento, fermo a zero, unica squadra che il Verona sia riuscito a sconfigger­e. I progressi che si erano visti nelle ultime giornate, sebbene non corroborat­i dai risultati, si sono squagliati sotto il sole novembrino della Sardegna. Il 2-1 subito dall’Hellas non racconta a sufficienz­a la dimensione della disfatta. A farlo sono altri numeri. Il Cagliari ha avuto il 61 percento del possesso palla. Ha tirato in porta dodici volte contro le tre del Verona. In area gli sono state concesse otto conclusion­i. Ha costruito quindici occasioni da gol. Si è trattato, quindi, di un monologo, e ancor di più un assalto, terminato con un esito che solamente un solenne stellone favorevole all’Hellas avrebbe potuto rendere vano.

L’errore da matita blu (ma forse sarebbe il caso di usare un pennarello…) di Souprayen che ha permesso a Faragò di siglare la rete decisiva non ha fatto altro che sigillare un esito ineccepibi­le. Verona a terra, adesso serve ricostruir­e. A non essere in discussion­e, tuttavia, è Fabio Pecchia. Filippo Fusco, direttore sportivo gialloblù, Delusione Poche occasioni a Cagliari per Giampaolo Pazzini, tornato titolare chiarisce: «Cambiare allenatore non risolve i problemi. E Pecchia conosce la squadra, ha lavorato con molti di questi giocatori fin dall’anno scorso. Credo nella continuità, e lui la assicura, perché il Verona è in crescita e l’aveva dimostrato in questo periodo, tralascian­do una partita giocata molto male come quella di Cagliari».

Ci sono altri numeri che descrivono il momentacci­o dell’Hellas, che ha la seconda peggior difesa della A (26 gol al passivo, il Benevento ne ha presi 31) e il terzo peggior attacco (8 reti, sono 6 per il Sassuolo e 5 per il Benevento).

Si diceva: alla Sardegna Arena è arrivata la quarta sconfitta di fila. Una serie no che replica quella che il Verona scontò tra dicembre e gennaio 2015. Battuto da Bologna, Napoli, Frosinone ed Empoli, l’Hellas, che dopo il terzo ko esonerò Andrea Mandorlini per rimpiazzar­lo con Gigi Delneri, alla fine del campionato retrocesse.

Per arrivare a un esito diverso, il Verona dovrà variare il tragitto a cominciare dalla partita del 20 novembre, alla ripresa del campionato che seguirà gli impegni delle nazionali: al Bentegodi ci sarà il Bologna. Poi, ecco la trasferta di Reggio Emilia con il Sassuolo e il turno interno con il Genoa. Ossia, una squadra (il Bologna) che viene da un identico filotto negativo e due (Sassuolo e Genoa) che sono impaludate nella bassa classifica come l’Hellas: «Dobbiamo dare di più – osserva Fusco – e la crescita di alcuni singoli, che c’è stata, ad esempio, per Caracciolo e Fares, deve estendersi ad altri giocatori. Dopo la sosta auspichiam­o di riavere alcuni ragazzi pienamente a disposizio­ne. Dico di Ferrari e di Bessa, gente che è stata decisiva nella passata stagione e che può esserlo anche in questa». Il girone d’andata del Verona sarà completato dalle trasferte con Spal e Udinese e dalle partite in casa con Milan e Juventus. I punti sono necessari all’Hellas quanto l’acqua per un esplorator­e disperso nel deserto. Cercasi un’oasi disperatam­ente.

Cambiare l’allenatore non risolve i problemi, Pecchia conosce la squadra

Caracciolo e Fares sono in crescita, Bessa e Ferrari possono essere decisivi

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy