Mister stratega: le mosse di Maran e la capolista fermata
I ruoli chiave di Birsa, Castro e Hetemaj. Depaoli: «L’avevamo preparata così»
Reduce da un fardello di dieci gol subiti in una settimana, il Chievo ha ritrovato la rete bianca nel giorno più difficile, al cospetto della prima della classe.
A scacchi l’ha vinta Rolando Maran. Sarri non è riuscito trovare la mossa per uscire dal trappolone tesogli dalla volpe di Trento. «Occupare gli spazi», predicava il saggio Rolly alla vigilia. Così è stato. Sottoritmo, il Napoli a lungo ha insistito in una manovra tanto monocorde, quanto sterile che nulla ha sortito contro un Chievo ordinato, sempre attento a non farsi trovare scoperto di fronte alle temute verticalizzazioni azzurre.
Lo scorso febbraio contro il Napoli il Chievo si dispose a una punta, Inglese, supportata da due trequartisti, Castro e Birsa. Finì per abbassarsi e subire la pressione ospite. Perse 1-3. Questa volta le cose sono andate diversamente. Nel 44-2 di Maran, Birsa si è piazzato a fianco di Inglese, e a centrocampo Castro ha giostrato nel mezzo affiancato ai lati dai polmoni del giovane Depaoli e della tigre Hetemaj. Dietro c’era come sempre il metronomo Radovanovic a dettare i tempi e infondere sicurezza. Il «Pata» argentino è stato un inesauribile elastico che si è allungato e accorciato per novanta minuti sia in fase di contenimento che di proposizione; non a caso il miglior in campo è risultato lui.
Il Chievo ha saputo rimanere sempre alto, e tenendo le distanze corte ha stroncato sul nascere le trame partenopee non facendosi mai schiacciare, chiudendo ogni corridoio. Un capolavoro tattico disegnato dal comandante Rolly. La lezione conferma che in questo Chievo «maraniano» ruotano le pedine, ma chiunque venga chiamato, sa dare il contributo alla causa. Il progetto viene prima di tutto e ad esso ci si mette a servizio. Questo significa essere squadra. La soluzione adottata ieri, Maran l’aveva quest’anno provata nel confronto interno contro l’Atalanta finito in parità. Anche quel giorno, Birsa agì da seconda punta a fianco di Inglese, con Castro centrale nel rombo. Toccò allora a Bastien accomodarsi in corsia, ieri a Depaoli. Gran bella prestazione quella del ventenne ragazzo trentino, impiegato quest’anno per la prima volta da titolare dopo tre ingressi dalla panchina: «Lo staff tecnico e miei compagni mi stanno aiutando tantissimo. Il mister ci ha spiegato come bloccare il Napoli. Ci siamo riusciti», ha commentato nel dopo gara.
Duttilità ed eclettismo sono le chiavi di volta di questa squadra. Lo si evince anche dagli uomini impiegati nel pacchetto difensivo. Tomovic (10 presenze) si sta rivelando un acquisto azzeccassimo, capace di fungere all’occorrenza sia da esterno che da centrale, ruolo che predilige. Dainelli e Gamberini sono le due colonne più utilizzate da Maran; il primo (congratulazioni per la nuova paternità) ha collezionato finora 9 presenze, il secondo ben 11, di cui 10 dal primo minuto. Di fronte alla velocità del trio Callejon, Mertens, e Insigne, la mobilità e la reattività del serbo è risultata utilissima. Era lui il jolly che mancava. Resta il fatto che in questo Chievo tutte le pedine sono intercambiabili come i tacchetti degli scarpini. È il valore aggiunto del calcio di Rolando Maran, i risultati si vedono.