Sboarina: «Metodo Castelvecchio per individuare gli ultrà del Napoli»
Il sindaco chiede un Comitato di sicurezza: «Vanno presi». Il questore: «Nessun ritardo sugli interventi»
Di materiale ce n’è, parecchio. Per la precisione, 892 «frame», fermi - immagine, come si sarebbero chiamati una volta. Del resto, che Corso Cavour sia una via dove le telecamere non mancano è cosa nota, e proprio su di ciò sono state riposte fin da subito le speranze per dare un nome e un cognome alla trentina, forse addirittura quarantina, di «tifosi» che domenica pomeriggio hanno devastato l'esterno del bar Oro Bianco di Corso Cavour, uno dei più popolari ritrovi per i tifosi dell’Hellas nel centro storico.
A ieri sera, le forze dell’ordine non avevano ancora fatto luce sul raid, ma gli elementi a disposizione ci sono: le targhe dei tre furgoni e delle cinque auto che hanno chiuso corso Cavour, manco si dovesse mettere in atto una rapina, e molte riprese dalle telecamere: quelle dei palazzi di pregio che sorgono sulla via, degli hotel, dei locali, forse della sede scaligera della Banca d’Italia, e infine quelle che sorvegliano la zona a traffico limitato.
Non è poco: molto di più del materiale che ha portato all’identificazione degli autori del colpo di Castelvecchio, una banda di professionisti, in quel caso. Un parallelismo che traccia il sindaco, Federico Sboarina, che ieri ha richiesto - e ottenuto, in via urgente, una riunione del Comitato per l’ordine pubblico in Prefettura. «Già da ieri - fa sapere - gli agenti della polizia municipale stanno lavorando in cooperazione con la Questura, utilizzando il “metodo Castelvecchio”. Centinaia di frame di tutte le telecamere sono visionati sistematicamente per l’individuazione di veicoli e persone, lo stesso metodo che all’epoca consentì di identificare ladri dei quadri». La richiesta di Sboarina è quella di usare il «pugno di ferro». «Sarò soddisfatto - prosegue - quando mi diranno che li hanno individuati. I risposabili del blitz di ieri in pieno centro, da parte di alcuni tifosi napoletani che hanno devastato un bar, devono essere consegnati alla giustizia. Ho chiesto la linea dura per un episodio gravissimo, che Verona non può tollerare. Ciò che è successo merita una adeguata repressione, fino al carcere, vista la tipologia di reato, ma merita anche prevenzione per migliorare sempre di più la rete di protezione cittadina».
Ieri, alla presenza del prefetto Salvatore Mulas, del questo-