Reggono i limiti di orario alle sale slot Il Tar veneto respinge il ricorso dei gestori contro l’ordinanza dell’allora giunta Tosi
«Esigenza di tutela della salute pubblica e del benessere individuale e collettivo». E Palazzo Barbieri incassa una vittoria al Tar contro i locali con videopoker e slot machine. I giudici lagunari hanno infatti respinto il ricorso presentato nei mesi scorsi da tre società proprietarie di alcuni locali pubblici cittadini contro l’ordinanza del Comune del febbraio 2016 (all’epoca della giunta Tosi) per limitare gli orari di esercizio delle sale giochi e quelli di funzionamento (accensione e spegnimento) degli apparecchi con vincita in denaro.
Al posto del consolidato orario no-stop dalle 10 del mattino alle 2 della notte, Palazzo Barbieri aveva fissato le fasce 10-13 e 17-22: otto ore al massimo per le scommesse. Una «compressione della libertà d’iniziativa economica» secondo i ricorrenti che hanno denunciato anche una presunta disparità di trattamento rispetto alle sale bowling e le sale da biliardo.
Sul primo punto i giudici del Tar sono stati netti: in primis il diritto alla salute. «Un’illimitata o incontrollata possibilità di accesso al gioco accresce il rischio di diffusione di fenomeni di dipendenza scrivono nella loro sentenza -, con conseguenze pregiudizievoli sia sulle vita personale e familiare dei cittadini, che a carico del servizio sanitario e dei servizi sociali chiamati a contrastare patologie e situazioni di disagio connesse alle ludopatie». E ricordano i dati del fenomeno nel Veronese, presentati dal Comune nell’istruttoria che ha preceduto l’ordinanza contestata: 1.673 slot machine che consentono vincite in denaro sino a cento euro e 380 videolottery che consentono premi fino a 5mila euro nel solo territorio comunale. «I dati forniti dall’Usl scaligera evidenziano che la crescita del fenomeno della ludopatia ha riguardato anche l’ambito territoriale considerato, risultando dagli atti che presso l’Usl un significativo numero di persone (176) sono state prese in carico nel 2015 dall’ambulatorio in quanto affette da gioco d’azzardo patologico» proseguono i magistrati che invitano a considerare anche il «sommerso».
Per quel che riguarda sale da bowling e biliardo, il giudizio del Tar è netto: «Le attività ivi praticate non sono compatibili con l’attività di gioco compulsivo connessa all’utilizzo delle slot machine e Vlt».