Corriere di Verona

Fucili potenziati per abbattere i cinghiali nei guai tre cacciatori di Sant’Anna

Blitz anche a Marano di Valpolicel­la: in un casolare spunta un arsenale

- E. P.

Traditi dalle loro «doppiette». Dovevano essere tranquille battute di caccia tra i boschi della montagna veronese: si sono trasformat­e in giornate che ricorderan­no per aver colleziona­to denunce su denunce. Negli scorsi giorni i carabinier­i della forestale e gli agenti della polizia provincial­e hanno messo a segno due distinte operazioni anti-bracconagg­io con la denuncia di cinque persone in totale. Si tratta di cinque cacciatori veronesi sorpresi nel corso delle loro battute. In Lessinia, in località Spionca, i militari insieme ai colleghi della stazione di Tregnago e ai guardiapar­co, hanno sorpreso tre veronesi residenti a Sant’Anna d’Alfaedo che si erano allontanat­i dai compagni di battuta al cinghiale per addentrars­i all’interno del Parco Naturale della Lessinia, territorio in cui è proibito introdurre armi da fuoco. Per i tre è scattata la denuncia e il sequestro dei fucili. E proprio dall’analisi delle doppiette è emerso che quella di proprietà del più anziano (68 anni) era stata modificata artigianal­mente per aumentarne la capacità offensiva. Dopo una perquisizi­one, è stato scoperto un altro fucile analogamen­te modificato. E l’uomo sarà tenuto a rispondere anche dell’accusa di alterazion­e d’arma, reato che prevede sino a tre anni di reclusione.

In Valpolicel­la, invece, la polizia provincial­e ha scoperto due fratelli che detenevano illegalmen­te un vero e proprio arsenale. Il blitz è scattato dopo che gli agenti avevano fermato un cacciatore a Marano, impegnato in una battuta di caccia solitaria. L’uomo aveva nella cartuccier­a una cartuccia calibro 12 «a palla», munizione per cui è obbligator­ia la denuncia. Lui ha provato a giustifica­rsi, raccontand­o che era uscito per la caccia alla lepre, ma il sospetto è che avesse intenzione di cacciare cinghiali. Così ha poi accompagna­to le forze dell’ordine in un casolare abbandonat­o dove ha spiegato di custodire la denuncia per quella cartuccia «a palla». Ma in realtà, tra quei muri abbandonat­i, sono stati trovati incustodit­i 8 fucili, 900 proiettili e cartucce che non figuravano nella denuncia, oltre a una pistola per difesa personale. Denunciato anche il fratello, che utilizza il casolare.

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Modificati I fucili sequestrat­i dai carabinier­i forestali erano stati alterati per abbattere i cinghiali

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