Corriere di Verona

Un giro dell’oca iniziato oltre 13 anni fa tra proposte bocciate che «a volte ritornano» e dispetti tra politici

- di Davide D’Attino

Le pubbliche amministra­zioni si esprimono per atti. E allora è giusto collocare l’inizio della telenovela del nuovo ospedale di Padova a giugno 2004, quando il sindaco diessino Flavio Zanonato mette appunto nero su bianco l’idea di realizzare un nuovo polo medico sanitario per risolvere le non poche criticità, in particolar­e dal punto di vista logistico, dell’attuale nosocomio di via Giustinian­i. Un ospedale, quello che da oltre due secoli si trova a ridosso del centro storico, che è letteralme­nte spezzato in due da una strada e che, nella parte Est, è stato costruito a cavallo delle vecchie mura del capoluogo. Ma non stiamo parlando soltanto di un ospedale, bensì di un policlinic­o universita­rio. Ovvero di una struttura, nella Padova che conta uno degli atenei più antichi e prestigios­i d’Italia, che tiene assieme assistenza, didattica e ricerca.

L’intuizione di Zanonato, due anni e mezzo dopo, viene meglio articolata dal direttore generale dell’Azienda Ospedalier­a Adriano Cestrone che, a dicembre 2006, recapita in Regione (presidente il forzista Giancarlo Galan) la richiesta ufficiale di un nuovo ospedale. Perché quello esistente non è più in grado di garantire gli standard della sanità e della medicina moderna. E da quel momento si comincia a valutare quale sia l’area migliore in cui realizzare il nuovo polo. La scelta, frutto del confronto con numerose alternativ­e (che peraltro non mancherann­o di essere successiva­mente riprese in consideraz­ione), cade sulla zona di Padova Ovest, lungo la tangenzial­e di corso Australia, in un terreno tutto privato che sorge più o meno di fronte allo stadio Euganeo. E’ marzo 2010 e il governator­e Galan firma l’apposito accordo di programma con Zanonato e il rettore dell’Università Giuseppe Zaccaria. Il progetto, che non vedrà mai luce, è quello del cosiddetto Patavium da costruire in project financing con una spesa che supera il miliardo e mezzo di euro. Poche settimane dopo, sulla poltrona più alta della Regione, si siede il leghista Luca Zaia e l’intesa Galan-Zanonato, che nel 2014 verrà soltanto sfiorata dall’inchiesta sullo scandalo del Mose, inizia ad essere pian piano rivista. L’area del nuovo ospedale resta sempre quella di Padova Ovest, ma il costo dell’operazione viene ridotto a 650 milioni di euro e il sistema del project financing esce di scena. A luglio 2013, dopo che la localizzaz­ione del nuovo polo è stata sottoscrit­ta pure dai Comuni della cintura urbana, viene firmato un nuovo accordo di programma. Del trio precedente, l’unico rimasto è Zaccaria, numero uno del Bo. Mentre al posto di Galan e Zanonato, ci sono Zaia e il vicesindac­o reggente Ivo Rossi. Sembra la volta buona. Ma un anno dopo, cambiando le carte in tavola e promettend­o la realizzazi­one del nuovo ospedale nello stesso sito in cui si trova oggi, viene eletto sindaco il leghista Massimo Bitonci.

Il governator­e fa buon viso a cattivo gioco e, se da una parte cancella l’opzione Padova Ovest, dall’altra boccia il cosiddetto nuovo su vecchio e costringe il collega di partito a cercare un’alternativ­a. E a quel punto, scartata anche l’ipotesi di posizionar­e l’opera in via Corrado al posto dei campi del Cus, Bitonci individua l’area di Padova Est, alle spalle della Kioene Arena, per metà di proprietà comunale e per l’altra metà in mani private (anzi, di un commissari­o liquidator­e post fallimento). Ma a novembre 2016, pochi giorni prima della cessione dei terreni alla Regione, il sindaco del Carroccio viene sfiduciato e termina anzitempo il suo mandato. Nei sette mesi seguenti, con il municipio commissari­ato, non si muove foglia. E a giugno scorso, rispolvera­ndo la promessa del nuovo su vecchio, al governo della città arriva il civico di centrosini­stra Sergio Giordani. Altro giro, altra corsa. Il resto è storia di oggi. Anzi, di ieri. Con la riproposta della zona di via dei Colli, già vagliata e respinta (sebbene in una versione «ridotta») nel 2012. Tredici anni dopo, pare di essere ancora al punto di partenza.

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L’ex Doge Giancarlo Galan, ex presidente del Veneto, nel 2010 firmò il primo protocollo d’intesa per il nuovo ospedale di Padova

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