Venezia invasa dai turisti anche a novembre bufera sul manager che accusa i residenti
Trasporti sotto accusa, Seno (Actv) si sfoga: «Siete stati bulimici». Fioccano le critiche
C’è chi si fa largo sgomitando tra i turisti, c’è chi si intrufola nella via d’uscita per salire a bordo e chi pazienta in coda imprecando più o meno a bassa voce. E tutti si lamentano. Sono i veneziani della città d’acqua e della terraferma. I vaporetti, essenziali per raggiungere le isole e per evitare lunghe camminate magari carichi di borse della spesa, da anni sono perennemente pieni, carichi di persone e valigie. Quest’anno però la situazione è peggiorata, dopo un’estate da Guinness dei primati sul fronte turismo, l’autunno non ha regalato la solita tregua.
In ottobre, di solito, archiviate le passerelle della Mostra del cinema, i visitatori scemano e i veneziani si riprendono, almeno per qualche settimana, la città. Così non è stato nel 2017: per tutto ottobre campi e calli sono stati invasi di visitatori come fosse agosto e il trasporto pubblico è andato al collasso, a Venezia come a Mestre tant’è che lunedì entreranno in servizio «corse bis» di rinforzo ai normali bus per piazzale Roma. La scorsa settimana, l’ultima goccia che ha fatto tracimare il vaso con la pubblicazione dell’orario invernale dei vaporetti, che introduce limature all’apparenza minime agli orari delle linee più usate da residenti e pendolari ma che creano non pochi disagi (la 2/ tra piazzale Roma a stazione e Rialto non circola più il fine settimana, ad esempio).
Immediata la protesta, feroce, a suon di post al vetriolo sui social network. Nasce così, tra polemiche infuocate, un post su Facebook di Giovanni Seno, direttore generale di Actv, l’azienda di bus, tram e vaporetti. «Rispetto profondamente i veneziani - si legge -, comprendo le loro difficoltà ed esigenze, mi infastidisco però di fronte al fatto che per loro volontà si sono cacciati in questi problemi, si sono fatti travolgere dalla ricchezza che il turismo portava ed ora si lamentano degli spiacevoli effetti collaterali e accusano gli altri di non essere in grado di risolvere le questioni con la bacchetta magica».
I palazzi sono diventati hotel, gli appartamenti alloggi ad uso turistico e la città sembra destinata a quella «morte galoppante» di cui parlava nel 1969 Indro Montanelli. «Cosa dovremmo fare? Mettere il triplo delle biglietterie e dei mezzi? E dove? Su pontili più grandi? E poi chi va a convincere la sovrintendenza che per migliorare i trasporti dobbiamo deturpare la città? O intasare canali, rii e spazi acquei? ha scritto Seno - Questa città è bulimica di turismo e servizi correlati, quando faceva comodo nel passato lasciarsi andare a una deriva che illusoriamente arricchiva tutti nessuno ha avuto il coraggio di raccogliere firme per fermare questa follia. Ciò implica scontentare categorie economiche e elettori, perdere consensi oggi in nome delle generazioni future, ma poiché nessuno ha mai avuto il coraggio di farlo, si prende la comoda e consolidata strada di incolpare Actv, i suoi dipendenti, l’ultima amministrazione eletta».
In realtà, Actv, il cui direttore generale oggi sostiene che non c’è via d’uscita all’intasamento di bus e vaporetti, nel febbraio 2015, aveva commissionato uno studio all’università e gli esperti di Ca’ Foscari (chiamati dall’allora amministratore delegato Seno) suggerivano: «La creazione di nuovi hub prima del ponte della Libertà, a San Basilio e a San Giobbe catalizzerebbe buona parte della domanda turistica, separandola da quella dei residenti e dei pendolari e smistandola verso le destinazioni più richieste».
Una soluzione che tutt’ora molti ritengono corretta. «Troppo facile scaricare tutto sui veneziani - dice il segretario di Fila Cgil Valter Novembrini -, in tre anni il turismo è aumentato ma i servizi diminuiti: servono nuovi hub». Dello stesso tenore, il commento di Nicola Pellicani, consigliere comunale Pd. «Da anni si parla di diversificare gli accessi alla città - tuona -, quest’amministrazione fabbrica solo annunci». «Non accetto prese in giro del Pd - replica stizzito l’assessore ai Trasporti Renato Boraso -, con l’attuale situazione di bilancio non si può ripensare il sistema, ora dobbiamo acquistare mezzi ibridi e elettrici: i miracoli non li possiamo fare». Come dire, le proteste per i vaporetti pieni, non sono destinate a placarsi di qui a breve.