Sappada, ora si chiede un nuovo referendum L’ex sindaco Pachner: «La volontà popolare è cambiata». E domani arriva Renzi
Ancora pochi giorni e il nodo Sappada sarà sciolto. È infatti cominciata ieri alla Camera la discussione sul passaggio del Comune bellunese in Friuli Venezia Giulia. Siamo alle battute finali, tra il 9 e il 14 novembre è atteso il voto che sancirà la fine di un iter cominciato nel lontano marzo 2008 con un referendum popolare in cui si espresse il 75% della popolazione, per il 95% favorevole all’addio al Veneto (860 persone). Ma non mancano gli ultimi, disperati tentativi dei contrari di bloccare tutto: un gruppo sappadini, tra cui l’ex sindaco Max Pachner,ieri hanno consegnato a Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, 210 firme contrarie con nome e numero di carta d’identità dei firmatari. Il documento contiene le generalità di coloro che abitano a Sappada e che dicono «no» al suo trasferimento in Friuli.
«Il referendum è ormai caduto in prescrizione – ha spiegato Pachner – Sono passati quasi 10 anni e l’opinione è cambiata. Le firme forse sembrano poche ma al referendum del 2008 i contrari sono stati 41. Ora sono cinque volte tanti». Le richieste sono tre: far arrivare il documento alla Camera e al segretario nazionale Pd Matteo Renzi, sospendere la decisione sul destino di Sappada, riproporre un referendum popolare. «Nessuno avrebbe scommesso due centesimi sul traguardo raggiunto – hanno ribattuto Danilo Quinz del movimento referendario – Dopo anni che chiedevamo al governatore Luca Zaia un aiuto che però non è mai arrivato. L’effetto domino non ci sarà. Siamo l’unico Comune che ha ricevuto il benestare dalla Provincia e dalle Regioni interessate».
La questione sembra chiusa ma alcuni parlamentari del Pd, capitanati da Roger De Menech, non si rassegnano e ancora sperano di riuscire a convincere la conferenza dei capigruppo alla Camera a votare il rinvio in commissione, rinvio che dovrebbe comunque avere il via libera dell’aula. Dopo l’indicazione favorevole dei vertici nazionali dello stesso Pd, della Lega e del M5s, però, la missione appare impossibile, sebbene dubbi serpeggino un po’ in tutti gli schieramenti. Dario Bond, commissario provinciale Forza Italia, aveva espresso voto favorevole alla mozione quando era consigliere regionale ma ora si dichiara dubbioso sulle conseguenze che questo passaggio avrà sugli altri Comuni che intendono a loro volta lasciare il Veneto. A frenare sarebbe anche Domenico Menorello, deputato di Civici e Innovatori. «Ho appena presentato una richiesta di sospensione sul trasferimento di Sappada – ha dichiarato Menorello – la risposta è l’autonomia e non operazioni di piccola bottega come questa».
Intanto, salvo modifiche dell’ultima ora, domani dovrebbe arrivare a Belluno il treno di Matteo Renzi partito il 17 ottobre per visitare in otto settimane le 107 province italiane. In programma ci sarebbero Trieste, Belluno e Treviso, forse Mestre. Mentre giovedì toccherebbe a Padova, Rovigo e Ferrara. L’ex presidente del consiglio è l’ultima spiaggia per coloro che mirano a sabotare il passaggio di Sappada al Friuli. I dirigenti del Pd bellunese non mancheranno di porre la questione sul tavolo a colui che più di altri potrebbe aiutare a sospendere il voto alla Camera. Ma il tempo è agli sgoccioli.
Pachner
Il referendum risale a 10 anni fa, ormai è “prescritto” Il voto alla Camera Dopo il sì del Senato, ora manca solo il via libera di Montecitorio per il passaggio in Friuli