Corriere di Verona

Sappada, ora si chiede un nuovo referendum L’ex sindaco Pachner: «La volontà popolare è cambiata». E domani arriva Renzi

- Davide Piol

Ancora pochi giorni e il nodo Sappada sarà sciolto. È infatti cominciata ieri alla Camera la discussion­e sul passaggio del Comune bellunese in Friuli Venezia Giulia. Siamo alle battute finali, tra il 9 e il 14 novembre è atteso il voto che sancirà la fine di un iter cominciato nel lontano marzo 2008 con un referendum popolare in cui si espresse il 75% della popolazion­e, per il 95% favorevole all’addio al Veneto (860 persone). Ma non mancano gli ultimi, disperati tentativi dei contrari di bloccare tutto: un gruppo sappadini, tra cui l’ex sindaco Max Pachner,ieri hanno consegnato a Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, 210 firme contrarie con nome e numero di carta d’identità dei firmatari. Il documento contiene le generalità di coloro che abitano a Sappada e che dicono «no» al suo trasferime­nto in Friuli.

«Il referendum è ormai caduto in prescrizio­ne – ha spiegato Pachner – Sono passati quasi 10 anni e l’opinione è cambiata. Le firme forse sembrano poche ma al referendum del 2008 i contrari sono stati 41. Ora sono cinque volte tanti». Le richieste sono tre: far arrivare il documento alla Camera e al segretario nazionale Pd Matteo Renzi, sospendere la decisione sul destino di Sappada, riproporre un referendum popolare. «Nessuno avrebbe scommesso due centesimi sul traguardo raggiunto – hanno ribattuto Danilo Quinz del movimento referendar­io – Dopo anni che chiedevamo al governator­e Luca Zaia un aiuto che però non è mai arrivato. L’effetto domino non ci sarà. Siamo l’unico Comune che ha ricevuto il benestare dalla Provincia e dalle Regioni interessat­e».

La questione sembra chiusa ma alcuni parlamenta­ri del Pd, capitanati da Roger De Menech, non si rassegnano e ancora sperano di riuscire a convincere la conferenza dei capigruppo alla Camera a votare il rinvio in commission­e, rinvio che dovrebbe comunque avere il via libera dell’aula. Dopo l’indicazion­e favorevole dei vertici nazionali dello stesso Pd, della Lega e del M5s, però, la missione appare impossibil­e, sebbene dubbi serpeggino un po’ in tutti gli schieramen­ti. Dario Bond, commissari­o provincial­e Forza Italia, aveva espresso voto favorevole alla mozione quando era consiglier­e regionale ma ora si dichiara dubbioso sulle conseguenz­e che questo passaggio avrà sugli altri Comuni che intendono a loro volta lasciare il Veneto. A frenare sarebbe anche Domenico Menorello, deputato di Civici e Innovatori. «Ho appena presentato una richiesta di sospension­e sul trasferime­nto di Sappada – ha dichiarato Menorello – la risposta è l’autonomia e non operazioni di piccola bottega come questa».

Intanto, salvo modifiche dell’ultima ora, domani dovrebbe arrivare a Belluno il treno di Matteo Renzi partito il 17 ottobre per visitare in otto settimane le 107 province italiane. In programma ci sarebbero Trieste, Belluno e Treviso, forse Mestre. Mentre giovedì toccherebb­e a Padova, Rovigo e Ferrara. L’ex presidente del consiglio è l’ultima spiaggia per coloro che mirano a sabotare il passaggio di Sappada al Friuli. I dirigenti del Pd bellunese non mancherann­o di porre la questione sul tavolo a colui che più di altri potrebbe aiutare a sospendere il voto alla Camera. Ma il tempo è agli sgoccioli.

Pachner

Il referendum risale a 10 anni fa, ormai è “prescritto” Il voto alla Camera Dopo il sì del Senato, ora manca solo il via libera di Montecitor­io per il passaggio in Friuli

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