Raid ultrà, già individuate le auto
L’aggressione pare essere una sorta di «spedizione punitiva». Gli inquirenti sicuri: «Qualcuno presto resterà incastrato»
Cinque. Forse sei. Auto monovolume. Tutte con la stessa targa. Napoli. Tutte arrivate in centro verso le 13. Tutte «schedate» nelle immagini delle varie telecamere che corollano il centro. Sia quelle della Ztl, dalla quale sono passate fregandosene dei divieti. Sia quelle che controllano palazzi, negozi, ma anche semafori. Le si vede infrangere la «barriera» del centro, quelle auto monovolume. Le si vede percorrere Corso Cavour. Le si vede fermare e formare praticamente un cordolo davanti al Caffè Oro Bianco. È durato otto minuti, l’attacco. Quello del branco che ha distrutto la vetrina del bar, i tavolini e le sedie del plateatico. Ma, soprattutto, quello che nonostante la presenza dentro al bar di bambini e anziani, non ha risparmiato di tentare di aprirsi un varco con bastoni e coltelli. «La rete che abbiamo gettato è a maglie strette. E qualche pesce, poco ma sicuro, ci resterà incastrato», dicono gli investigatori. Sta per essere tirata a galla, quella rete. E dentro, oltre ai nominativi dei proprietari delle auto, rischia di restarci anche l’intero gruppo. Quella trentina di ultrà del Napoli, sconfessati dalla tifoseria ufficiale del San Paolo, le cui immagini sono state inviate alla Digos partenopea. Verrà identificato a breve il branco che con ogni probabilità è anche il protagonista di un «assalto» a una stazione di servizio nel viaggio di ritorno in Campania. Ieri la Digos scaligera ha consegnato al pubblico ministero Beatrice Zanotti una relazione sui fatti di domenica. Ma mentre gli investigatori non si sbilanciano sulle indagini, a darne notizia è il sindaco Federico Sboarina. «Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) sono stato in contatto continuo con il questore Mangini per essere informato sugli sviluppi delle indagini. I mezzi utilizzati dai napoletani per il blitz sono stati tutti identificati. Ed è stato anche accertato che il loro ingresso in Ztl è avvenuto poco dopo le ore 13 di domenica. Il lavoro della polizia procede a ritmo serrato e attendiamo che a questi importanti sviluppi ne seguano altri. Sarò soddisfatto quando mi diranno che hanno individuato i responsabili di questo oltraggio fatto alla nostra città».
E quella al Caffè Oro Bianco sembra assumere sempre più le fattezze di una «spedizione punitiva». Che il bar di Corso Cavour sia conosciuto come uno di quelli a cui fa riferimento la tifoseria Hellas non è per nulla un segreto. Ma ce ne sono altri, altrettanto noti che hanno una maggiore visibilità e chedomenica erano controllati dalle forze dell’ordine. Il sospetto è che qualcuno lo abbia indicato al branco. Intanto Andrea Ceruti, titolare del locale, con il suo avvocato Andrea Bacciga ha presentato una denuncia contro ignoti. Quando verranno individuati i responsabili non dovranno saldare solo il conto della vetrina e delle suppellettili rotte, ma anche il «mancato guadagno» per i giorni di chiusura del locale, oltre ai danni morali. Rimangono ancora da capire i tempi di intervento delle forze dell’ordine. «Ci sono state diverse chiamate, di cui esistono le schermate, sia al 112 che al 113, senza risposta, dice Andrea Bacciga . E dopo quella del deputato di Alternativa Libera Tancredi Turco, sul tavolo del ministro dell’Interno arriverà un’altra interrogazione, questa volta a firma del Dem Diego Zardini. «Dobbiamo sapere scrive - se ci sono stati ritardi nell’intervento delle forze dell’ordine e dobbiamo capire perché non è scattato il divieto di trasferta per i tifosi del Napoli». Presto detto: la partita era Chievo-Napoli. E negli undici incontri precedenti in terra scaligera non era mai successo nulla. È stata domenica la prima maledetta volta.
Sboarina Voglio che siano individuati gli autori di questo oltraggio alla città