Collettore, accordo in vista. I Pfas attendono
L’autorità di bacino: fare un progetto generale adesso potrebbe rivelarsi uno spreco di soldi
L’accordo di programma per il collettore del Garda potrebbe arrivare già a inizio mese. Ci sarà da attendere di più, invece, affinché diventi esecutivo il progetto finale per la bonifica dei Pfas, che passa, com’è noto dalla sostituzione dei pozzi di Almisano, nel Vicentino. È quanto fa sapere Mauro Martelli, presidente dell’Ato veronese, l’autorità di bacino. «Per quanto riguarda il collettore - precisa Martelli dovremmo avere a breve un sufficiente livello di informazione per arrivare a firmare un accordo di programma entro novembre. La situazione, per quanto riguarda i progetti le gati alla soluzione su Pfas è molto diversa: qui è tutto in mano a Veneto Acque e deve essere reso noto il contributo nazionale. In questo caso, arrivare a un progetto definitivo ora rischia di essere uno spreco di soldi: si potrebbe perdere qualche milione di euro per una progettazione sbagliata».
Ci sarà da aspettare meno per il «rinforzo» dei filtri a carboni attivi: 6-7 mesi. «In questo modo - conclude Martelli sarà possibile ridurre la presenza delle sostanze sotto la soglia tecnica di rilevamento».
Precisazioni che sono giunte ieri a seguito di una conferenza stampa dedicata al rinnovo del protocollo tra Ato e le associazioni dei consumatori : Adiconsum, Movimento Consumatori e Lega Consumatori. Finora il protocollo ha garantito la possibilità della conciliazione paritatica (trenta domande a partire dal 2016). La novità di quest’anno è rappresentata dal monitoraggio indipendente della qualità del servizio erogato: saranno le stesse associazioni (hanno iniziato già ad agosto) a contattare gli utenti, in particolari quelli che hanno richiesto di recente un intervento (un allacciamento o l’avvio di una nuova utenza, ad esempio). L’attività durerà fino al 2019, anno in cui sarà pubblicato il report conclusivo.