Corriere di Verona

I medici chiudono gli ambulatori potenziati i turni al Pronto soccorso

Due giorni senza visite, i sindacati dei camici bianchi si attendono un’adesione fra il 60 e l’80 per cento

- Michela Nicolussi Moro

La serrata Oggi e domani sono i primi di un pacchetto di 81 giorni di sciopero programmat­i fino a dicembre 2018

dal 10 gennaio.

«Sarebbe bastata un po’ di buona volontà da parte di Palazzo Balbi, per evitare questo disagio ai malati - dice Domenico Crisarà, segretario della Fimmg - garantirem­o comunque le urgenze, l’assistenza domiciliar­e e le cure a cronici e terminali. E comunque nei giorni scorsi abbiamo aumentato le visite, oltre 40 al giorno, proprio per portarci avanti, e smaltito un gran numero di ricette. Certo, qualche paziente ha storto il naso, ma molti hanno capito che incrociamo le braccia per capire come la giunta Zaia intenda organizzar­e l’assistenza

territoria­le nei prossimi anni e nella speranza che la potenzi. A beneficio proprio dei cittadini e nel rispetto del Piano sociosanit­ario, approvato nel giugno 2013 e prorogato a dicembre 2018».

Fatto sta che qualche disagio sarà inevitabil­e. E allora la Regione ha disposto il potenziame­nto del personale nei Pronto soccorso, unica alternativ­a per la gente alla mancanza del proprio dottore. I primari hanno richiamato in servizio per oggi e domani un turno in più di infermieri e uno di medici, ma sono pronti a un ulteriore ritocco al rialzo qualora ce ne fosse bisogno. «In questo periodo iniziano i primi raffreddor­i, le prime sindromi influenzal­i — riflette Giuseppe Cicciù, presidente regionale del Tribunale del Malato — e quindi la chiusura degli ambulatori peserà molto sulle spalle di cittadini incolpevol­i. E stretti tra le legittime richieste dei camici bianchi e il bisogno di assistenza. Lo sciopero potrebbe assumere il significat­o di un parziale abbandono del servizio alla popolazion­e, con ricadute non prevedibil­i.

Da primi azionisti del sistema salute, alimentato dalle risorse pubbliche attraverso il pagamento delle tasse, i cittadini sono divenuti merce di scambio per orientare la politica, mentre si sono generati conflitti che, seppure condivisib­ili nei contenuti, pochi vantaggi hanno apportato alle istanze di tutela dei malati e delle loro famiglie. Siamo stanchi di pagare sempre».

Da una prima ricognizio­ne resa nota dalle quattro sigle di categoria, anche in base alle dichiarazi­oni di non adesione inviate alle Usl, si prevede una partecipaz­ione allo sciopero compresa tra il 60% e l’80% dei medici di base.

Crisarà Sarebbe bastata la buona volontà della Regione per evitare il disagio Cicciù I cittadini sono divenuti merce di scambio per orientare la politica

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