Corriere di Verona

C’è il maxi bond la Pedemontan­a adesso è salva

Scattato e chiuso ieri il collocamen­to sul mercato: finita l’incertezza sul quadro finanziari­o della superstrad­a

- Federico Nicoletti

Pedemontan­a, il bond «salvacanti­eri» da un miliardo e mezzo va piazzato nel giro di un pomeriggio. La notizia è trapelata ieri sera da ambienti finanziari, dopo che l’operazione era andata in porto. Rotti gli indugi, l’emissione delle due obbligazio­ni per mettere in sicurezza l’operazione Pedemontan­a è scattata ieri pomeriggio alle 16. Un collocamen­to, destinato ovviamente ai soli investitor­i istituzion­ali, che si è chiuso rapidament­e.

In ballo le due emissioni, per 1.571 milioni totali, di Superstrad­a Pedemontan­a Veneta spa, strutturat­e da Jp Morgan, ieri nel ruolo di global coordinato­r nel collocamen­to, che riguardava­no la tranche senior da 1.221 milioni, di durata trentennal­e, scadenza 30 giugno 2047, e quella subordinat­a da 350 milioni decennale, scadenza 30 giugno 2027, con un tasso dell’8 per cento, necessari a chiudere il quadro finanziari­o dell’opera. Un passaggio decisivo, questo, rispetto al destino travagliat­o della superstrad­a a pagamento affidato in project financing al Consorzio Sis. Fondamenta­le, anche perché le nubi si erano addensate, di fronte alla dilatazion­e dei tempi per il collocamen­to. Il road show organizzat­o a fine luglio da Banca Akros, Banca Imi, Jp Morgan e Santander tra Milano, Parigi, Madrid e Londra è ormai lontano. Ed il silenzio intervenut­o da allora non deponeva a favore di una positiva conclusion­e. La quarta versione del prospetto informativ­o al mercato era stato consegnata giusto una settimana fa alla Consob. E nel frattempo sul mercato non erano mancate le operazioni finanzarie sulle infrastrut­ture, come il riacquisto da parte di Abertis, di 200 dei 600 milioni di euro di obbligazio­ni emesse solo due anni fa dalla Brescia-Padova, di fronte alla possibilit­à di spuntare condizioni migliorati­ve per il proprio debito.

Il collocamen­to del bond era fondamenta­le per mettere in sicurezza il quadro finanziari­o dei 94 chilometri della superstrad­a a pagamento tra Montecchio e Spresiano, con una concession­e che dura fino al 2059, l’opera già cantierata di maggior dimensione in Italia, con i suoi 2,2 miliardi di valore. Un’opera già colpita da varie incertezze, con la revisione al ribasso delle stime di traffico e la firma della terza convenzion­e tra concession­aria e Regione, che ha versato 300 milioni di contributi raccolti con un mutuo, seguito ai 614 milioni già messi dallo Stato. Senza contare i rischi di una rescission­e finale del rapporto con la Regione, il 29 gennaio, se entro quel termine il quadro finanziari­o non sia messo in sicurezza. Regione che potrebbe riaffidare l’opera, con l’ipotesi di una nuova gara, o di una consegna dell’opera a Salini-Impregilo, oppure con il passaggio ad una gestione in house a Cav, la società Regione-Anas che gestisce il passante di Mestre.

In ballo poi, a complicare il quadro, i rischi pendenti, da quelli tecnici (come i cedimenti della volta della galleria tra Castelgomb­erto e Malo) a quelli giudiziari (come il sequestro dei cantieri dove i crolli si sono verificati). E poi soprattutt­o il ricorso al Tar depositato da Salini-Impregilo, capofila della cordata sconfitta da Sis, che ha impugnato la nuova convenzion­e sostenendo che il contratto sarebbe stato radicalmen­te riscritto, con la previsione del contributo extra da 300 milioni e l’attribuzio­ne alla Regione dell’incasso dei pedaggi, con riconoscim­ento a Sis di un «canone di disponibil­ità» fino al 2059 .

Ma è chiaro che il collocamen­to delle due obbligazio­ni (pur se a tassi nel caso del subordinat­o dell’8%) ridà fiato al programma di costruzion­e e a questo punto ai cantieri.

 ??  ??
 ??  ?? Serpente Una veduta dei cantieri della suoerstrad­a Pedemontan­a nei pressi di Romano d’Ezzelino
Serpente Una veduta dei cantieri della suoerstrad­a Pedemontan­a nei pressi di Romano d’Ezzelino

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy