Corriere di Verona

Virginia e X Factor: «Quante lezioni tra pianobar e show»

La 23enne racconta l’esperienza nel talent show partendo dalla gavetta nei pianobar «Sono passata dai concerti nei brunch domenicali alle telecamere 24 ore su 24 La lezione? Una voce perfetta non è sempre fondamenta­le: a volte devi lasciarti andare»

- Matteo Sorio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

uelli che… e dopo X Factor? «Eh, ora viene il difficile…». Siede al pianoforte del Gentleman of Verona, Virginia Perbellini, lì vicino il chitarrist­a Samuele Lorenzini, il fratello musicista Filippo e un po’ più in là mamma Barbara (casalinga lei, pediatra papà Tiziano). Anni 23, laurea in economia, Virginia è appena rientrata a Verona dopo l’eliminazio­ne ai Live del talent show. E adesso, come detto, si rimbocca le maniche: «Molti si perdono, dopo X Factor. Perché non è facile “arrivare” alla gente con la propria musica. Ma ormai, per me, andarci è stata la molla: basta cover, lavorerò su un disco di brani miei».

Partiamo da un po’ prima di X Factor, Virginia?

«Dalla gavetta iniziata a Palazzo Victoria, sì, un anno fa. Cantavo al brunch della domenica. Brani soul, cioè il mio repertorio: Etta James, John Legend, Stevie Wonder, Alicia Keys. C’erano giorni con tanta gente ad ascoltare. E altri in cui avevo davanti solo poche persone. Il che ti fa crescere, perché sono momenti in cui suoni quasi per te stessa: da quel lato sono sempre stata un po’ insicura, quindi quell’esperienza è stata un trampolino». Dopo il Victoria?

«Mi mancava giusto l’ultimo esame di economia aziendale e così, della serie “ora o mai più”, mi sono iscritta a X Factor. Il pre-casting a Milano, sette ore sotto il sole con mamma e il mio cane, Chloe. Là ho cantato “Lay Me Down” di Sam Smith, che poi ho conosciuto al programma e suonerà in Arena a maggio».

Papà premeva per gli studi? «Sì. Mio fratello Filippo ha bilanciato insieme a mamma, il cui ramo famigliare è tutto di musicisti. Comunque mio padre m’ha sempre permesso di studiare canto. E’ che lo vedeva più come hobby. Ma credo anche che a un certo punto ci si debba “ribellare” e scegliere per sé».

singolo Cosa «Levante, giudice, ha imparato ch’è a molto X Factor? da semplice, ogni scoprire fuori alla che dal mano, posso soul, dove cantare m’ha esce fatto anche la mia Fedez voce m’hanno più calda. criticata Agnelli parecchio, e c’è sempre ma nei commenti un minimo negativi di verità: un background vengo dal limitato pianobar, a livello ch’è di pubblico, in più prima di X Factor ero troppo abituata al pianoforte sotto mano. Inoltre ho capito che devo lasciarmi andare: a volte essere perfetti

sul piano tecnico non è fondamenta­le: arrivi di più se esprimi quello che hai dentro». E la Maionchi?

«Il giudice più spontaneo e diretto. Ho apprezzato il messaggio circa “Thank You”: se non hai vissuto un viaggio così forte come quello di Alanis Morissette in India è difficile tu riesca a interpreta­re il brano. Un viaggio in India lo farò, e magari una volta tornata proverò a ricantare il pezzo».

Mesi di telecamere puntate addosso: non è che dopo X Factor si va in astinenza?

«Per niente. Rapportarm­ici è stata la cosa più dura. Sul palco non ci pensi, ma tutti i giorni per le riprese tv... Mi mancano la convivenza con gli altri concorrent­i, semmai».

Ultima: Verona aiuta chi vuol provare a cantare? «Nella mia esperienza sì.

Tanti contest e tante accademie con cui abbini lo studio alle esibizioni durante i loro

eventi. E i locali per esibirsi, tra città e lago, non mancano».

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Cantante Virginia Perbellini durante l’incontro di ieri al Gentleman of Verona con la stampa e le tv (foto Sartori)
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