La Lega contro «l’alleata» Donazzan «Non c’è mai». E il Pd: «La cacciate?»
commissione non è presente l’assessore, non approveremo più nessuna delibera: il Consiglio ha rispetto per gli assessori e pretende il medesimo rispetto».
Il presidente della commissione Sergio Berlato era arrivato preparato, ha tirato fuori dalla tasca le tabelle Excel aggiornate al 26 ottobre delle presenze in commissioni e Consiglio nel 2017 e ha snocciolato assenze e presenze. «Su 82 convocazioni della mia commissione, Donazzan è stata presente a cinque», ha bacchettato aggiungendo a margine che due volte si era fatta viva per cercare il suo i-Pad. E in aula col 79,45% delle presenze (30 volte assente) «è seconda per assenteismo solo ad Alessandra Moretti». Saranno anche avversari storici, Berlato e Donazzan, ma stavolta è dalla Lega che è arrivata la bordata e così la commissione ha sottoscritto l’iniziativa del presidente di scrivere a Zaia affinché richiami Donazzan. Lei li ha anticipati e ha chiamato il presidente. Al consiglio di stare piegata per non farsi investire dalla buriana ha ringraziato e poi ha chiamato pure il segretario della Lega Gianantonio Da Re. «Considerati i toni utilizzati dal capogruppo Finco e fatti propri dal presidente Berlato, mi sembra evidente la lacerazione all’interno della compagine di Governo – ha chiesto il capogruppo Pd Stefano Fracasso, domandando se Donazzan fosse ancora da considerarsi in maggioranza - Non è che questo nervosismo crescente dipende dalle candidature alle prossime elezioni politiche?» Non è un mistero che Forza Italia punti su un collegio uninominale sicuro per Donazzan, quello di Bassano. Ed è di Bassano anche Finco, uomo di punta del Carroccio. «Non so se godo della fiducia della maggioranza ma di sicuro della fiducia dei lavoratori e delle loro famiglie visto che sono a Roma, ai tavoli ministeriali, per difendere le imprese venete, ieri Electrolux e oggi Lovato Gas», ha risposto Donazzan ai consiglieri dem. Oggi, per la cronaca, incontrerà il ministro all’Istruzione Valeria Fedeli. Alla fine, la discussione sull’autonomia è stata offuscata e i consiglieri del Pd che ieri erano andati in commissione col compito di chiedere cifre esatte sul costo dell’autonomia hanno ritirato gli ormeggi. «Alle nostre richieste di avere cifre esatte, frutto di un ragionamento, è stato risposto che li avrebbero forniti in un secondo momento – hanno detto Graziano Azzalin, Francesca Zottis e Cristina Guarda, prima di lasciare l’aula per non partecipare al voto - Tra pochi giorni la proposta di legge arriverà in Consiglio e non possiamo vincolare la Commissione su numeri farlocchi».
Ai tavoli romani Non so se godo della fiducia della Lega ma di sicuro di quella dei lavoratori di Electrolux e Lovato Gas che sto difendendo a Roma oggi