H-Campus, Cattolica e Cdp lanciano il fondo immobiliare da cento milioni
Lanciata l’iniziativa gestita da Banca Finint per realizzare le strutture
H-Campus, c’è il fondo che finanzierà la realizzazione del progetto di Ca’ Tron e che renderà operativa l’iniziativa di formazione in chiave squisitamente digitale, dall’asilo al master, già dal settembre del prossimo anno. L’annuncio è stato dato ieri e tecnicamente si tratta di un Fondo di investimento alternativo immobiliare (Fia), in forma chiusa e della capacità di 101 milioni di euro, architettato da Finint investments Sgr, che fa capo alla Banca Finint del gruppo finanziario di Conegliano guidato da Enrico Marchi.
I soci sono Cattolica Assicurazioni (56%), Cassa depositi e prestiti Investimenti Sgr (40%) e Ca’ Tron Real Estate (4%), società immobiliare riferibile a Riccardo Donadon, fondatore e presidente del venture accelerator H-Farm da cui il progetto del Campus è stato concepito. L’attività del fondo si articola su due direzioni, una delle quali è già stata esaurita ieri. «Subito abbiamo acquisito i quattro immobili appartenenti ad H-Farm – ha spiegato Filippo Jelmoni, direttore degli investimenti immobiliari della Sgr di Conegliano – per un valore di 32 milioni di euro. Contemporaneamente Cattolica (proprietaria di gran parte della tenuta agricola di Ca’ Tron, poco più di mille ettari, acquisita nel 2012 da Fondazione Cassamarca, ndr) ci ha ceduto, per altri 10 milioni, una cinquantina di ettari su cui si procederà all’edificazione degli altri stabili del Campus. Il secondo step sarà quello di costruirli, affrontando un investimento per circa 59 milioni».
La remunerazione dell’operazione è affidata sostanzialmente ai canoni d’affitto che H-Farm ha già iniziato da ieri a pagare per l’utilizzo degli immobili ceduti e che, soprattutto, verserà nei prossimi 30 anni per poter sfruttare quelli che saranno costruiti. La finanza resa disponibile dal Finint servirà anche, in parte, a realizzare le opere di adeguamento della viabilità per accedere al Campus. Si tratta in particolare di una bretella grazie alla quale vi si potrà arrivare dalla statale «Triestina», evitando il modesto sistema di vecchie strade intorno alla campagna di Ca’ Tron.
Lo sforzo edificatorio, che sarà condotto dalla trevigiana Carron costruzioni generali in qualità di General Contractor, consiste in sintesi nella realizzazione di otto nuovi edifici su 26 mila metri quadrati all’interno di un parco di 310 mila, in cui troveranno spazio le attività formative e le strutture direzionali e ricreative oltre a quelle dedicate ad ospitare 250 studenti residenti. «Deve essere ricordato – ha aggiunto ancora Jelmoni – che l’intera operazione è a saldo zero di cubatura, nel senso che i nuovi volumi saranno pari a quelli abbattuti a Ca’ Tron e nel resto del Comune di Roncade, compresa una base militare dismessa negli anni Ottanta».
Il Campus ha avuto una gestazione piuttosto articolata ed è sostenuta da un accordo di programma con la Regione Veneto ed i Comuni di Roncade e Quarto d’Altino reso esecutivo il 22 settembre scorso attraverso un decreto del presidente regionale, Luca Zaia. Con l’atto si è nella sostanza confermato «l’interesse regionale e pubblico dell’iniziativa per i temi della formazione e della cultura digitale, dello sviluppo economico e sociale, delle azioni di rigenerazione urbanistico-edilizia e di elevata valenza paesaggistica».
Particolarmente complesse sono state le verifiche affrontate in materia di impatto ambientale dell’operazione. L’area formativa, che a regime ospiterà quotidianamente circa tremila persone, è prevista in una zona a ridosso dell’argine del fiume Sile con un piano di campagna in gran parte al di sotto del livello del mare. Sono perciò state necessarie diverse simulazioni sui possibili effetti di eventi alluvionali come quello che, nel 1966, con la tracimazione del Piave e di altri fiumi veneti, inondò una larga porzione della tenuta agricola, sorta su un’area bonificata nei primi decenni del secolo scorso e oggi all’asciutto grazie ad un sistema di idrovore.