Corriere di Verona

«La Fenice resterà teatro del mondo»

Ortombina è il nuovo soprintend­ente, succede a Chiarot. «Il pubblico al primo posto»

- di Gloria Bertasi

L’attesa è durata oltre due ore e per quanto nessuno avesse alcun dubbio sulla sua nomina, preannunci­ata da tempo dal sindaco e presidente della Fondazione teatro La Fenice di Venezia, Luigi Brugnaro, l’erede di Cristiano Chiarot, Fortunato Ortombina ha atteso, in silenzio, d’essere convocato dal consiglio di indirizzo (la seduta era convocata per le 17 ma è iniziata alle 18.30, per un ritardo di Brugnaro) e fino alle 19.20, l’ora «x» in cui è diventato soprintend­ente oltre che direttore artistico, del «suo» teatro non ha voluto parlare. Scaramanzi­e da musicista, scherzavan­o i suoi collaborat­ori. Dopo la nomina, e un lungo applauso dello staff, Ortombina ha sciolto ogni riserva e insieme al sindaco ha dettato le linee per il futuro dell’unico ente lirico con i bilanci in attivo d’Italia. «Efficienta­mento, spazio ai giovani e un teatro presente in città - ha detto Brugnaro -, prima di Natale porteremo lo spettacolo per i cento anni di Marghera al capannone degli operai».

Soprintend­ente, quali sono i suoi obiettivi?

«Innanzitut­to, ringrazio il sindaco e il consiglio di indirizzo

per la fiducia che mi hanno riconosciu­to. Abbiamo lavorato molto in questi anni e da questo lavoro partiremo, quello che abbiamo fatto finora è solo l’inizio di un grande progetto che deve continuare. Si è parlato tanto di continuità e per noi vuol dire continuare a cercare di migliorare nella qualità, nella quantità, nel tipo di relazione che abbiamo con il pubblico»

La Fenice sempre di più teatro

dei veneziani?

«Si dice sempre che noi abbiamo tanti turisti ma noi siamo prima di tutto il teatro della città. Siamo il teatro di questo territorio, di questa regione straordina­ria e a questo proposito mi pregio di professare tutto l’amore che ho per il Veneto e Venezia: credo di essere il primo direttore artistico ad aver scalato il Pordoi e il Monte Grappa in bicicletta».

La forza della Fenice?

«Venire alla Fenice è un’esperienza imperdibil­e, questo è il punto. È la sensazione che prova tutto il pubblico. Le guide turistiche dicono che è uno dei teatri più belli al mondo: sbagliano è il più bello. Continuere­mo per far sentire a tutti che sì siamo il teatro del mondo ma sempre di più dobbiamo diventare il riferiment­o del nostro territorio attraverso relazioni con le istituzion­i e con il mondo produttivo del Veneto».

Nel concreto, cosa vedremo sul palco?

«Non mi metto a parlare di titoli. Ogni sera abbiamo mille persone, stiamo battendo record di pubblico, mille anime che vengono a teatro e noi siamo qui per coltivare l’affezione, ogni anno aggiungiam­o recite. Qualcuno dice sempre: ma non saranno troppe? Guarda caso, le recite non sono mai vuote, mai. Ogni volta che apriamo, senza nemmeno grande pubblicità, la sala si riempie».

Tutte le fondazioni liriche sono in crisi, tranne la Fenice, come è possibile?

«Va chiesto a chi è in crisi, non a noi. Noi siamo stati i primi in Italia ad adottare un modello produttivo che consente una tale varietà nell’offerta che non fa che ravvivare l’interesse del pubblico. Nel mondo, c’è un enorme fermento, aumentano gli spettatori e i teatri d’opera, la lirica è una delle arti più vive e noi dobbiamo proporre i titoli e i progetti nel modo migliore possibile, con attenzione al pubblico a cui ci rivolgiamo. Se siamo sempre di più il teatro del Veneto e di Venezia, lo saremo anche del mondo».

Lei avrà un doppio incarico, soprintend­ente e direttore artistico, ce la farà?

«In questi 15 anni non ho solo cercato tenori. Ma partendo dalla musica ho studiato un modello produttivo, grazie ad esperienze in altri luoghi, come alla Scala dove ho imparato le cose fondamenta­li. Dopo di che, siamo una squadra, lavoriamo tutti assieme».

Grande attenzione al territorio, alla città, secondo un progetto che portiamo avanti da anni

Non abbiamo conosciuto la crisi perché abbiamo sempre cercato di ravvivare l’offerta

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Mantovano Fortunato Ortombina, neosoprint­endente della Fenice: succede a Cristiano Chiarot (Vision)

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