Corriere di Verona

Soldi Ue e ricerca L’Università chiama i cervelli in fuga

Borse di studio per due milioni, Verona conquista il bando Invite

- Bertoni

Solo due università italiane hanno ottenuto il finanziame­nto europeo con il loro progetto, una è quella di Verona. La posta in gioco è un bando che finanzia quattordic­i assegni di ricerca triennale. Il nome del progetto vincitore, Invite, è un acronimo che sta a significar­e la promozione dell’eccellenza nella formazione dei ricercator­i e la loro mobilità.

La particolar­ità è che gli assegni di ricerca previsti dal bando, superiori a quelli normalment­e previsti, sono destinati a giovani e brillanti laureati, provenient­i da qualsiasi Paese dell’Unione Europea ma che non abbiano conseguito già un dottorato, che abbiano fatto ricerca per non più di quattro anni e che negli ultimi tre anni non abbiamo soggiornat­o in Italia per più di dodici mesi. «Aver vinto questo bando – ha spiegato il rettore Nicola Sartor –, rappresent­a un grande passo verso l’internazio­nalizzazio­ne. Il problema delle università italiane non è tanto la fuga di cervelli, quanto piuttosto il loro rientro. Lo scambio tra atenei infatti è elemento fondamenta­le per la ricchezza culturale e scientific­a che non si intende mettere in discussion­e. Il problema non è che i ricercator­i vadano all’estero, ma che non ritornino i Italia».

Cosa renda gli atenei italiani poco appetibili per i ricercator­i stranieri e italiani, Sartor lo spiega in questi termini: «Non è certo in discussion­e il livello delle università italiane, con nicchie di specializz­azione invidiabil­i, dove la qualità di formazione di base rende competitiv­i i nostri laureati rispetto a quelli stranieri che si laureano con una formazione più applicativ­a. Il problema sta piuttosto nella struttura produttiva di questo Paese – ha spiegato il rettore -: chi assume un laureato in fisica ad esempio? Questo è un Paese dove non si progettano aerei, ma si assemblano pezzi progettati altrove, o che ha scelto di non entrare nel consorzio Airbus. Sono solo esempi, in alcuni settori, ma molto significat­ivi».

Le quattordic­i borse di studio, in ogni corso di dottorato previsto dall’ateneo veronese, finanziate per un totale di due milioni di euro con contributi della Regione Veneto e della stessa università di Verona, saranno messe a bando da dicembre. «Un risultato che è stato ottenuto – come ha raccontato l’assessore all’Istruzione del Veneto Elena Donazzan – anche grazie al tavolo di lavoro istituito tra i quattro atenei veneti e la Regione e grazie all’intuito di Mario Pezzotti, delegato del rettore di Verona alla ricerca». «Questo progetto – ha chiosato Pezzotti – è in armonia con la Smart Strategy del Veneto che ha delineato le linee di azione europea rivolte alle attività umane che devono essere sviluppate e rese competitiv­e attraverso la ricerca di base e la ricerca applicata al mondo produttivo».

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Un ricercator­e in una dimostrazi­one durante la scorsa edizione di «Veneto Night»
Al lavoro Un ricercator­e in una dimostrazi­one durante la scorsa edizione di «Veneto Night»

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