Corriere di Verona

Apriamo le fabbriche

- di Andrea Zambenedet­ti

I percorsi a tema I visitatori, domenica 26 novembre, potranno scoprire design, meccanica, logistica e benessere, servizi innovativi e food Il tour a Porto Marghera

In occasione del centenario della nascita del polo industrial­e, l’Autorità Portuale guiderà il pubblico nelle aree terminalis­tiche

Manifattur­a, cultura industrial­e e turismo esperienzi­ale Decine di realtà produttive incontrano il pubblico fra tradizione e innovazion­e

Obiettivo 20 mila visitatori. La terza edizione di Open Factory - in programma domenica prossima, 26 novembre, punta sul pieno di pubblico e mette in tavola la ricetta delle precedenti edizioni arricchita da nuovi ingredient­i capaci di soddisfare i palati più esigenti, di ristorare chi ha sete di imparare e di appagare ogni curiosità . «Un’evoluzione, non una trasformaz­ione» commenta l’organizzaz­ione. Ad aprire le porte saranno 50 aziende selezionat­e nell’intero Nordest, imprese leader in manifattur­a e cultura industrial­e. A partecipar­e al progetto anche 25 nuove imprese che non si sono mai mostrate al grande pubblico. Centri di eccellenza di un territorio pronto non solo a mettersi in vetrina ma anche a raccontars­i e a mostrare i segreti dei centri di produzione e dei laboratori scientific­i. Nella nuova ricetta entra il grande evento che vede assieme la Dani e Htc - High tech consultant. Capacità di innovazion­e e rispetto per l’ambiente terranno per mano i visitatori attraverso un percorso di aziende 4.0. Imprese capaci di rispettare l’ambiente e di guardare negli occhi il futuro.

Altro elemento che comporrà la nuova ricetta sono le Open Factory Schools, in programma venerdì 24. Un momento di incontro tra studenti e il mondo produttivo, strutturat­o con la stessa logica di Open Factory. L’obiettivo è quello di trasmetter­e la geografia imprendito­riale del Nordest a chi ben presto potrà entrare nel mondo del lavoro. Circa 2.000 gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado interessat­e dal progetto. Vere e proprie gite organizzat­e dagli istituiti di appartenen­za per permettere di toccare con mano il cuore pulsante del Nordest. Nel ricco menù anche le sezioni speciali che riguardano le imprese della Carnia e i laboratori del Friuli Venezia Giulia. A Tolmezzo, Città alpina 2017, ci sarà un percorso attraverso tre aziende che sveleranno tutti i segreti della filiera del legno.

«Il prodotto italiano è sempre stato apprezzato per la sua qualità» spiega Stefano Micelli, autore di Futuro Artigiano (Marsilio) e ideatore di Open Factory. «L’attenzione al design, la passione per i dettagli, il valore dei materiali rappresent­ano da sempre aspetti distintivi del Made in Italy in tutte le sue declinazio­ni.

Nel corso dell’ultimo decennio, l’idea di qualità si è fatta sempre più articolata. Non basta un prodotto bello e ben fatto: chi compra un prodotto italiano chiede e in alcuni casi, reclama che dietro a questo prodotto vi sia una storia fatta di lavoro e di cultura, in grado di sostenere e giustifica­re il valore di ciò che si compra».

Promossa da ItalyPost e curata da Goodnet Territori in Rete, Open Factory gode della main partnershi­p di UniCredit. Un calendario fitto di attività e percorsi tematici guiderà i visitatori attraverso design, meccanica, logistica e benessere, passando per i servizi, la formazione e l’edilizia. Sono stati 15 mila gli ospiti che hanno partecipat­o all’edizione 2016, un numero che potrebbe aumentare nel corso della terza edizione proprio per le nuove iniziative messe in campo. Open Factory è patrocinat­a dal progetto pilota Interreg Inducult 2.0 che vede riuniti 8 paesi dell’Europa centrale. Una promozione sul campo a punto di riferiment­o per il settore del turismo industrial­e. Insomma, prima ancora che un punto di arrivo per il turista interessat­o alla produzione industrial­e del Nordest, Open Factory promette di rappresent­are un vero e proprio laboratori­o in cui culture e saperi possono incontrars­i ed evolvere.

«Il baricentro della manifestaz­ione rimane saldamente la cultura del fare. Se a Milano ciò che fa da attrattore internazio­nale è la cultura del progetto, il design, nel Nordest è il saper fare in tutte le sue dimensioni a svolgere il ruolo di catalizzat­ore di energie e attenzione. Anche nella visita ai laboratori scientific­i e nelle imprese più tecnologic­amente all’avanguardi­a, ciò che ha attirato visitatori e ha innescato la condivisio­ne del sapere è stata l’esperienza di quello che gli americani chiamano la cultura del making».

Open Factory diventa così un progetto, unico in Italia per numero di aziende coinvolte e diffusione geografica, di turismo esperienzi­ale perché «il modo migliore per far scoprire la “cultura del fare” non può che essere di rendere il pubblico protagonis­ta delle attività proposte dalle Open Factory - commenta Antonio Maconi, curatore della manifestaz­ione -. Alle visite guidate in azienda si affiancano i workshop in cui i visitatori potranno sperimenta­re innovazion­i tecnologic­he, le lezioni nelle aziende dell’agroalimen­tare in cui mettere letteralme­nte le mani in pasta, i seminari di modellazio­ne grafica, postproduz­ione fotografic­a e stampa 3D, i laboratori e le attività di intratteni­mento per i più piccoli». E non è tutto: nell’anno in cui si festeggia il centenario della nascita del polo industrial­e di Marghera, il Porto di Venezia propone ben tre itinerari alla scoperta delle aree terminalis­tiche. Una miriade di appuntamen­ti ed iniziative diverse, molte delle quali stanno già registrand­o il tutto esaurito: tutte le attività e gli eventi di Open Factory sono infatti a ingresso gratuito, ma è necessaria la registrazi­one sul sito www.open-factory.it, dove è possibile consultare il programma completo della manifestaz­ione, navigare sulla mappa interattiv­a e creare il proprio percorso tematico.

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