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Le migliaia di lavoratori che gravitano sul porto, in circa mille imprese
Un sistema che dà lavoro a più di 13 mila persone in oltre mille imprese con immobili del valore di 6,4 miliardi di euro: c’è anche l’Autorità Portuale di Venezia tra le realtà del Nord Est che aprono le porte domenica 26 novembre, attraverso un giro in barca – già tutto esaurito - per osservare l’attività dei terminal industriali e commerciali dall’inedita prospettiva dell’acqua. Un’area di oltre 2 mila ettari su cui circa un quinto delle aziende si occupa di logistica integrata.
«La logistica è uno dei settori a maggiore potenziale nei prossimi anni – prevede il presidente dell’Autorità Portuale, Pino Musolino, che ha curato l’open day del Porto –. Spetta a noi e alle altre istituzioni accompagnare la trasformazione di Porto Marghera verso un modello sostenibile fatto anche di impresa di trasformazione». Per il rilancio delle aziende, serve migliorare l’attrattiva del Porto in termini fiscali: «Va estesa la piccola zona franca doganale di Marghera: ci spetta per legge al pari di Trieste, e il tavolo tecnico è già aperto al ministero dell’Economia – spiega Musolino – poi l’estensione della Venice Free Zone – oggi di 8 mila metri quadri, ndr. – può attirare investitori nelle aree in corso di bonifica o lasciate libere dall’industria pesante».
Le potenzialità del polo veneziano sono arrivate a convincere Marghera si sta avviando al rilancio grazie al traffico merci e alla riconversione post industriale per l’Estremo Oriente. La prima è la linea “Phoenician Express” che contribuisce per il 28% sul totale dei container «Teu» (misura standard di volume dei container, circa 40 metri cubi, ndr.) movimentati nel Porto di Venezia. Puntiamo molto sull’importazione in ortofrutta, tra cui ananas freschi dall’Indonesia». Di recente è stato approvato il bilancio di previsione 2018: «Per la prima volta dal 2010 saranno riversati su Porto Marghera oltre 90 milioni. L’obiettivo è di potenziare le infrastrutture a beneficio delle attività logistiche e industriali già attive», spiega il presidente, puntualizzando che la banchina ad Alti Fondali ipotizzata alla lunata di Malamocco è in fase di studio: più imminente sembra invece la trasformazione dei 92 ettari dell’area Montefibre-Syndial in un nuovo terminal container. I fondi copriranno anche la manutenzione dei canali portuali: «Ci siamo impegnati a superare le difficoltà di navigazione con condizioni meteo sfavorevoli, che in passato hanno causato la chiusura dello scalo», conclude Musolino.
Gli obiettivi «Potenzieremo le infrastrutture anche a beneficio delle attività già presenti»