La guerra e l’etica per due scienziati: è «Copenaghen»
Al Teatro Salieri di Legnago la pièce ambientata nel 1941
C’è un episodio storico alla base di Copenaghen, la pièce teatrale che Michael Frayn scrisse nel 1998: l’incontro, avvenuto appunto a Copenaghen nel settembre del 1941 durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il danese Niels Bohr (1885-1962) e il tedesco Werner Heisemberg (1901-1976), due fisici nucleari legati tra loro dal rapporto di docente-maestro e trovatisi a lavorare su fronti opposti. A distanza di 18 anni di distanza dal debutto, Umberto Orsini riporta in teatro lo spettacolo realizzato su quel testo nel 1999 e più volte ripreso con grande successo per la perenne validità del dibattito etico-politico su cui è costruito. In scena accanto a lui nella parte di Niels Bohr, ci sono ancora Giuliana Lojodice, che interpreta la moglie Margrethe, e Massimo Popolizio (Heisemberg). La regia è di Mauro Avogadro. E la pièce è in programmazione stasera (ore 20.45) al Teatro Salieri di Legnago per il via della nuova stagione di prosa. Frayn, immagina che Heisemberg e Bohr, assieme a Margrethe si ritrovino dopo la morte per cercare, per l’ultima volta, di capire antiche motivazioni, e di ricostruire un pezzo di storia personale che, al tempo stesso, è di non secondaria importanza per quella universale. Nell’allestimento di Avogadro si alternano tre versioni diverse di quel fatidico giorno, interpolate da altri ricordi, all’interno di una spoglia scena nera, circondata da lavagne affollate di formule e arredata con sole quattro sedie di alluminio. L’incontro fonde insieme il dibattito teorico con l’emozione per gli affetti traditi e per le personali frustrazioni. Entrambi i due fisici sono di sangue ebreo e Heisenberg in particolare ha accettato di collaborare con il regime nazista, che gli consente fra l’altro di proseguire le proprie ricerche, sicuro che esse potranno essere d’aiuto nel determinare l’esito della guerra in atto. I temi dibattuti sono molteplici. Quali devono essere i rapporti fra potere politico e scienza? Può il progresso venire condizionato da scelte etiche? Ma al tempo stesso lo sguardo è puntato anche sulla sfera personale: di fatto è in gioco il rapporto che lega Bohr e Heisenberg, assimilabile a quello fra padre e figlio, ma privo ormai della spontaneità originaria e incrinato dalle diverse scelte di vita e dall’indirizzo differente delle rispettive ricerche scientifiche.