Panchine «del rispetto» e letture di gruppo in piazza
Una panchina su cui riflettere, «la panchina del rispetto» nel cuore di piazza Bra e dedicata a tutte le donne vittime di femminicidio. Dalla 15,30 di sabato prossimo, quando sarà inaugurata, resterà come memoria e simbolo della violenza sulle donne, centro simbolico della rassegna intitolata «L’amore non ha lividi» (una frase, si dice, pronunciata da una delle donne accolta dal Petra, il centro antiviolenza attivo in città) organizzata dal Comune.
La «Panchina del Rispetto», caratterizzata da un intenso colore rosso non sarà solamente in Bra, ma in una piazza di ciascuna delle otto circoscrizioni. Il primo appuntamento sarà domani, con la proiezione, alle 18 in Gran Guardia, del film Mon Roi, pellicola francese che racconta l’abuso fisico psicologico in una relazione dal punto di vista di una donna in carriera.
Ma sarà quella di sabato la giornata «clou»: sempre in Bra, nel pomeriggio, si susseguiranno incontri pubblici con le collaboratrici del centro antiviolenza Petra, in collaborazione con l’Istituto grafico dei salesiani, l’associazione Quid e il gruppo donne della casa «antiviolenza». Presente anche una galassia di associazioni che include, tra le altre «Isolina e...», Arci, i coordinamenti femminili di Cgil e Cisl, Circolo della Rosa e «Se non ora Quando». In piazza verrà allestita anche una mostra fotografica a cura degli studenti del liceo artistico Nani Boccioni, mentre la sezione musicale del Montanari curerà gli intermezzi. Alle 18 spazio alle iniziative delle associazioni. Tra queste, la lettura «collettiva» dei nomi delle vittime di femminicidio dell’ultimo anno e di alcune testimonianze (apparse anche sui social) di violenze di genere, raccolte sotto l’hashtag #quellavoltache.
«Il problema del femminicidio ci riguarda da vicini - spiegano Marisa Mazzi e Mariapia Mazzasette, tra le organizzatrici
Le associazioni Il femminicidio ci riguarda da vicino: in Italia ogni due giorni viene uccisa una donna
dell’evento - negli ultimi cinque anni si sono registrati 774 casi di omicidio che hanno visto come vittime delle donne, una media di circa 150 all’anno. Ciò significa che in Italia ogni due giorni circa viene uccisa una donna. Nell’82% dei casi si può parlare di femminicidio, ovvero di un delitto che colpisce la donna in quanto tale, solitamente maturato all’interno della famiglia o in relazioni sentimentali».
La campagna per il 25 novembre, data simbolica che ricorda l’assassinio delle tre sorelle Mirabel, uccise in quel giorno del 1960 perché considerate oppositrici politiche del regime che governava all’epoca la Repubblica Domenicana. Non mancheranno, inoltre, gli appuntamenti culturali, in programma in settimana al teatro Camploy. In campo anche realtà cattoliche come la Papa Giovanni XXIII, che dopo aver i due convegni sullo sfruttamento della prostituzione, organizzerà, venerdì alle 21 una veglia di preghiera in località Bassone, nello stesso punto dove tre anni fa venne strangolata a morte Venetita Niacsu: l’assassino, non contento, infierì a lungo sul suo corpo.