Corriere di Verona

Ultrà in coma, la procura apre un’inchiesta Vicenza, fascicolo aperto contro ignoti per rissa e lesioni. Le curve di serie A incitano il tifoso a non mollare e chiedono verità. La polizia era intervenut­a per sedare gli scontri: «Manganella­to»

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Sul ferimento di Luca Fanesi, l’ultrà della Sambenedet­tese in coma da 16 giorni, dopo i tafferugli seguiti alla partita contro il Vicenza del 5 novembre, ora indaga la procura di Vicenza. Una vicenda che sta riempiendo gli stadi italiani di striscioni e polemiche.

Il sostituto procurator­e Barbara De Munari ipotizza i reati di rissa e lesioni, anche se a carico di ignoti, visto che ancora nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati. Un fascicolo delicato, seguito da vicino anche dal procurator­e capo di Vicenza, Antonino Cappelleri. L’obiettivo dei magistrati è di fare chiarezza su quanto avvenuto fuori dallo stadio Menti quella domenica, intorno alle 17, quando la partita era già conclusa. Perché, se da un lato c’è la posizione ufficiale della Digos – stando alla quale Fanesi avrebbe fatto «tutto da solo», sbattendo contro il cancello di una recinzione – dall’altro c’è chi da settimane sostiene che il tifoso sia stato picchiato proprio dalla polizia. È la versione della Curva della Sambenedet­tese, che in qualche modo sembra trovare una sponda nelle poche parole pronunciat­e da Fanesi ai soccorrito­ri prima di perdere i sensi. Stando ad alcune testimonia­nze, Luca - che fino al giorno successivo all’«incidente» ha avuto momenti di lucidità - avrebbe riferito di essere stato percosso.

Le sue condizioni restano stabili ma sempre gravi: ricoverato all’ospedale «San Bortolo» di Vicenza, è in coma farmacolog­ico ma i medici stanno diminuendo le sedazioni in attesa di capire come reagirà.

Al centro dell’inchiesta, però, c’è l’origine del ferimento. Tutto sarebbe nato da un’aggression­e da parte di una quarantina di ultrà sambenedet­tesi nei confronti di una decina di tifosi vicentini, a due passi dal centro storico di Vicenza. Lo scontro è durato meno di un minuto, perché interrotto dall’intervento della polizia, accorsa per separare le due fazioni. Sopra, i giocatori della Sambenedet­tese e, alle loro spalle, uno striscione che chiede «Giustizia e verità per Luca». A destra, il messaggio esposto in uno stadio tedesco e quello dagli spalti della Fortitudo Basket Bologna Poi, la fuga dei presenti.

È a questo punto che le due versioni divergono. La Digos sostiene che Luca Fanesi, correndo verso i pulmini dei marchigian­i, abbia urtato violenteme­nte contro un cancello, crollando a terra. Una volta rialzatosi, sarebbe nuovamente caduto, sbattendo ancora la testa. Ma dai filmati delle telecamere di sorveglian­za e della Scientific­a mancherebb­ero alcuni frammenti temporali. Ed è per questo che la stessa questura lancia un appello a chiunque abbia visto (o filmato) la scena.

Opposta la ricostruzi­one degli ultrà della Samb, che accusano i poliziotti di aver colpito Fanesi con i manganelli anche una volta a terra. «Appena sono arrivati, i celerini hanno iniziato a manganella­re all’impazzata ad altezza testa», afferma Piergiorgi­o Trionfi, capo della curva rossoblù. Versione tutta da dimostrare perché, anche se la tifoseria sostiene ci siano tre testimoni che avrebbero visto i

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