Corriere di Verona

E gli ex soci chiedono alla politica un emendament­o per i truffati

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Un prestito obbligazio­nario da un miliardo di euro per risarcire gli azionisti nei prossimi cinque anni. E un fondo dello stesso valore, creato con gli utili di Banca d’Italia, per risolvere subito le controvers­ie dei soci più deboli. È questa la proposta di emendament­o alla legge di Stabilità che l’Associazio­ne soci banche popolari ha presentato ieri, nello studio dell’avvocato Pietro Guidotto a Castelfran­co Veneto, cercando di coinvolger­e tutti le forze politiche. Gli unici a dare risposta però al momento sono stati i Cinque Stelle con i deputati Federico D’Incà ed Enrico Cappellett­i, che si sono impegnati a portare la proposta alla Camera la proposta.

«Adesso è il momento dei fatti, abbiamo decine di migliaia di persone in Veneto che hanno diritto ad avere giustizia», dice D’Incà. «Abbiamo anche presentato un emendament­o che prevede un vero aiuto per i truffati dalle banche pari a 4 miliardi di euro, facendo pagare il conto al sistema bancario che ha gravi responsabi­lità, a partire dalla mancanza dei controlli».

La notizia arriva in una settimana calda sul fronte delle ex Popolari. Venerdì a Roma è fissata l’udienza preliminar­e per il primo troncone dell’inchiesta su Veneto Banca, quello relativo all’aggiotaggi­o e all’ostacolo alla vigilanza; la seconda parte è invece radicata a Treviso. Per la popolare vicentina i giudici inizierann­o il procedimen­to invece tra il 12 e il 14 dicembre.

«Tra i nostri mille soci, circa duecento si costituira­nno parte civile a Roma», chiude l’avvocato Guidotto. «Ma abbiamo anche in programma una sorta di class action contro le società di revisione dai primi mesi del prossimo anno». ( ma. pi.)

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