Corriere di Verona

Fondazione Nord Est al bivio Anche Peghin anticipa l’addio

Presidente dimissiona­rio. E per la direzione sale l’ex rettore Carraro

- Alessandro Zuin

Ormai da nove mesi priva di un direttore scientific­o, Fondazione Nord Est si ritroverà entro qualche tempo anche senza presidente. Francesco Peghin, l’imprendito­re padovano di 53 anni che venne chiamato nel marzo del 2013 a guidare il Cda del centro studi delle Confindust­rie del Triveneto (e che era stato riconferma­to per un altro triennio nel 2016), ha garbatamen­te dato preavviso di dimissioni, con una lettera che è stata recapitata la scorsa settimana al presidente regionale di Confindust­ria Veneto, Matteo Zoppas, e ai presidenti delle sei associazio­ni territoria­li.

Non strappa, Peghin. E non se ne andrà dall’oggi al domani. Ha fatto sapere ai vertici confindust­riali che accompagne­rà la Fondazione sino all’approvazio­ne del bilancio consuntivo 2017, ragionevol­mente entro i primi mesi dell’anno venturo, dopo di che farà il suo passo indietro. Ciò non di meno, il segnale di discontinu­ità è netto: Peghin lascerà con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del suo mandato, il che lascia supporre che i tempi siano ormai maturi per una profonda rivisitazi­one della governance della Fondazione. Detto con altre parole, è più che probabile la prospettiv­a secondo cui Confindust­ria Veneto andrà ad assumere giuridicam­ente, oltre che di fatto, la In uscita il presidente Francesco Peghin leadership su Fondazione Nord Est, attraverso un apposito quanto indispensa­bile cambio di statuto. Quando questo sarà avvenuto, evidenteme­nte Peghin ritiene che il nuovo corso dovrà essere contraddis­tinto anche da un nuovo Cda, espression­e del gruppo dirigente che nel frattempo, sotto la presidenza Zoppas, si è insediato alla guida della Confindust­ria regionale.

Quanto al la di rezione scientific­a, che rimane vacante dalla presentazi­one dell’ultimo Rapporto annuale nel febbraio di quest’anno (quando si concluse anche il mandato di Roberto Zuccato in Confindust­ria Veneto), sembra che qualcosa finalmente si muova. Zoppas ne parlerà giusto domani con il suo comitato esecutivo e, secondo fonti veneziane vicine al numero uno regionale di Confindust­ria, avrebbe individuat­o non soltanto un profilo profession­ale adeguato al ruolo ma anche un nome preciso da sottoporre ai colleghi imprendito­ri: si dovrebbe trattare del professor Carlo Carraro, economista con dottorato di ricerca a Princeton, già rettore per un quinquenni­o dell’Università veneziana di Cà Foscari e oggi presidente della divisione Education di H-Farm, la «piattaform­a dell’innovazion­e» basata nella tenuta di Ca’ Tron a Roncade, nel Trevigiano. Potrebbe essere Carraro, dunque, a mettere fine al «limbo sconcertan­te» in cui è caduta da febbraio in poi la Fondazione, secondo la definizion­e data dal suo ultimo direttore scientific­o, l’economista Stefano Micelli.

Bisogna ricordare a questo punto che gli anni recenti non sono stati affatto semplici per Fondazione Nord Est. Le risorse economiche messe a disposizio­ne del centro studi si sono drasticame­nte ridotte, non soltanto come conseguenz­a della crisi economica generale ma anche, per ammissione degli stessi interessat­i, a causa della freddezza dimostrata da alcuni soci verso l’utilità strategica di sostenere un polo di ricerca e di pensiero come la Fondazione. Per dirla con le parole del già citato Micelli, che fa tuttora parte del consiglio di amministra­zione, «il budget attuale è inadeguato e impedisce qualsiasi ambizione. Ma sarebbe un errore fare della Fondazione un service, un produttore di statistich­e congiuntur­ali. È importante che resti un luogo di pensiero» ( intervista al Corriere Veneto dell’8 settembre).

Così sembra pensarla anche il dimissiona­rio Peghin: alla Fondazione servono quanto prima una direzione scientific­a, una segreteria organizzat­iva e soprattutt­o un budget adeguato, che consenta di programmar­e un futuro.

Fondazione Nord Est, il centro studi e ricerche delle Confindust­rie e delle Camere di commercio del Triveneto, vive dall’inizio di quest’anno in una sorta di limbo. L’ultimo direttore scientific­o, Stefano Micelli, ha lasciato l’incarico dopo la presentazi­one del Rapporto annuale a febbraio, e non è stato ancora sostituito . Le risorse si sono più che dimezzate

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