«Nocturne», il piano di Anzovino al teatro Camploy
Stasera al Camploy, unica tappa veneta del suo tour, l’artista presenta l’ultimo disco «Nocturne» e inaugurerà la rassegna Tendenze: «Un disegno di luci racconterà un momento che può cambiare la vita, proietteremo un film dentro di noi»
«Vengono in mente i quadri dell’americano Edward Hopper. Vengono in mente ascoltando, ad esempio, Empty House.
«Un brano ispirato ai suoi dipinti, a quella solitudine. Nel mio caso: la casa è vuota, ci sei appena entrato. Qualcuno tornerà, oppure, semplicemente, qualcuno non c’è più. In entrambi i casi, la sensazione di vuoto è fortissima. È un’esperienza che chiunque ha vissuto, chi ascolta questa musica sa di cosa parlo».
Abita, “Empy House”, un disco intitolato “Nocturne”, il quinto di Remo Anzovino. E sarà nella scaletta di oggi, al Teatro Camploy, dove il pianista e compositore di Pordenone, 41 anni, inaugura (alle 21, biglietti a 25 euro) la rassegna «Tendenze» con una chicca: un pianoforte esclusivo, Yamaha S7X, mai suonato prima in Italia. Spiega, Anzovino, a proposito del nuovo album: «Avevo la necessità di utilizzare la forma del Notturno perché è immediata, basata su una sensazione molto soffice del pianoforte, come se volesse parlarti a un volume più basso, con due temi musicali al massimo in ogni brano e in modo appassionato». La radice, il punto di partenza, sono i Notturni di Chopin. «Da lì ho estrapolato la planimetria di alcuni capolavori inestimabili dell’ingegno umano e su quelle planimetrie ho costruito le mie piccole case riempiendole della mia notte e di melodia, armonia, suoni, tutti figli del tempo che vivo. Figli di ascolti che io ho potuto fare e qualunque musicista dell’Ottocento non ha potuto fare: Joy Division, Brian Eno, Miles Davis, Led Zeppelin, The Cure, Steve Reich». Uscito il 29 settembre scorso, «Nocturne» è il primo lavoro di Anzovino per l’etichetta Sony Classical.
«Un lavoro cosmopolita – sottolineano da “Tendenze” che racchiude nelle sue note la visione di Anzovino, che indaga
attraverso una narrazione emozionale la solitudine umana e contemporaneamente il racconto della bellezza della vita e le contraddizioni della realtà di oggi». Come detto, l’appuntamento di Verona sarà reso speciale dal pianoforte S7X, che rientra nella serie SX dei pianoforti Yamaha, «nati dall’incrocio tra tradizione e innovazione», con quei «martelletti di nuova concezione che insieme vanno ad aumentare la tavolozza sonora del pianoforte dando maggior morbidezza e profondità: Yamaha - si legge nel comunicato del concerto - ha testato innumerevoli prototipi prima di scegliere per i martelletti un feltro esclusivo, realizzato con una nuova formula: la grande elasticità di questo feltro consente al pianista di ottenere colori tonali chiari e meravigliosi, oltre a una densità ben
bilanciata in tutta la gamma, dai bassi agli acuti».
È lì che entrerà in gioco il tocco di Anzovino, lui che ribadisce, circa il nuovo disco: «Una sera ho trovato la mia chiave per il notturno: narrare. Ho immaginato un uomo, uno qualsiasi, non importa di quale latitudine od estrazione sociale, la cui caratteristica fosse l’appartenenza al mondo di oggi. Ho fantasticato che costui, nell’unità temporale di una notte soltanto, ascoltando queste composizioni potesse veder scorrere il suo passato e immaginare il futuro: nell’immaginare queste scene ho quindi iniziato a comporre sfruttando la relazione con la natura, intuendo che la cifra di questa musica
doveva essere la descrizione della solitudine umana e contemporaneamente il racconto della bellezza della vita, un racconto tanto più forte quanto più chiara risulta la caducità e la casualità dell’esistenza».