Amia in Albania Mancati introiti per 400 mila euro
Rifiuti, il caso oggi in commissione. I rapporti di Ecotirana con Agsm e la questione dell’acquisto dei camion
Sarà una commissione consiliare incandescente quella che oggi pomeriggio si occuperà degli investimenti di Agsm-Amia in Albania.Tra le cose «delicate» di cui si dovrà parlare, un verbale dell’Amia in cui si afferma che il bilancio 2016 dell’Azienda è andato peggio del previsto, con un accusa ad Agsm di non aver redatto un apposito regolamento. La questione avrebbe creato un «buco« di 400 mila euro.
VERONA Sarà una commissione consiliare incandescente quella che oggi pomeriggio si occuperà a Palazzo Barbieri degli investimenti di Agsm-Amia in Albania. Lo scorso anno, come è noto, Verona ha creato una «collegata» al di là dell’Adriatico, in società col Comune di Tirana (che possiede il 51%) e chiamata Ecotirana.
Sulla vicenda girano da mesi sussurri e grida d’ogni tipo.
Per venirne a capo, il tosiano Alberto Bozza, presidente della Commissione di Controllo sulle delibere municipali, ha convocato appunto per oggi la commissione stessa. Ed è esploso un putiferio, che ha coinvolto l’assessore Daniele Polato (che avrebbe preferito discuterne in un’altra commissione, la seconda, presieduta da un esponente della maggioranza), il presidente del consiglio Ciro Maschio, l’assessore alla Legalità, Edi Maria Neri e i capigruppo di tutti i partiti. Tra le cose «delicate» di cui si dovrà parlare, un verbale dell’Amia in cui si afferma che il bilancio 2016 dell’Azienda è andato peggio del previsto perché «non si sono potuti rifatturare gli elevati costi di start up della nuova società che si occupa dei servizi di Igiene Urbana (raccolta dei rifiuti, ndr) a Tirana, in Albania». E perché non lo si è fatto? Secondo quel verbale, perché «la società capogruppo (Agsm) non ha mai fatto redarre l’apposito regolamento, nonostante i ripetuti solleciti di Amia». La questione avrebbe creato un «buco« di 400 mila euro nel bilancio della società presieduta da Andrea Miglioranzi. Secondo fonti vicine ad Agsm, il problema si sarebbe invece posto perché Ecotirana era stata creata nell’estate 2016 ma è entrata davvero in attività solo il 12 dicembre successivo, e si era quindi deciso di attendere i primi utili, nel 2017, pri- ma di dare ad Amia quel che era di Amia.
Una questione che arriverà oggi alla resa dei conti, in un clima che sarà di altissima tensione. I commissari filo-Sboarina (nel 2016 il Comune, l’Agsm e l’Amia erano gestiti dal mondo tosiano) chiederanno conto anche di altre vicende, dalla nomina del direttore di Ecotirana fino alla questione di un acquisto di camion per il servizio in Albania, acquisto che avrebbe visto ben cinque passaggi (da Amia ad una ditta di Padova, da questa alla Serit, dalla Serit a Holding Albania, da Holding Albania di nuovo alla citata ditta di Padova che avrebbe creato un’apposita filiale albanese per vendere i mezzi a Ecotirana).
Tutte questioni che potrebbero avere spiegazioni semplici e logiche, ma che creeranno oggi un fuoco di fila di domande al cianuro (alla seduta dovrebbero partecipare sia il presidente di Amia, Andrea Miglioranzi, che l’ex presidente di Agsm, Fabio Venturi).
La «questione Albania» è peraltro non da oggi al centro di polemiche.
La parlamentare del Pd, Alessia Rotta, aveva sostenuto nel gennaio scorso che «gli investimenti del Gruppo Agsm in Albania vanno oltre i limiti che la legge consente, così come qualsiasi partecipazione o investimento che non tenga conto dell’interesse specifico dei veronesi».
E un mese e mezzo fa, Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) ha tuonato che il passato cda di Agsm ha approvato la costituzione di società estere praticamente a scatola chiusa, senza vedere uno straccio di piano, una relazione dei rischi o una previsione di ritorno degli investimenti. La proposta di missione in Albania è stata approvata l’8 marzo 2016 «all’unanimità dei presenti» sulla base delle sole «slide» illustrate dal direttore generale Agsm Giampietro Cigolini e dal dirigente dei Servizi Amia Diego Testi».
Le operazioni in Albania erano stati decise all’interno di un «patto di collaborazione» che il sindaco Flavio Tosi aveva sottoscritto con il sindaco di Tirana e secondo Bertucco avevano portato ad investimenti per 3,5 milioni di euro.