Corriere di Verona

«Anomalie nei dati sui Pfos della centrale a Porta Palio» Esposto di Greenpeace

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Greenpeace torna all’attacco contro la presenza di sostanze chimiche nelle acque di Verona. E con un esposto alla magistratu­ra denuncia come «gli sforamenti dei limiti di Pfas (Perfluoro Ottan Sulfonato) nell’acqua potabile erogata dalla centrale di Porta Palio, che serve Verona, siano a volte passati sotto silenzio e a volte siano stati comunicati alla popolazion­e con modalità incongrue». I fatti risalgono al 9 marzo quando, dopo alcuni campioname­nti di routine da parte dell’Usl, emerse che in un pozzo erano stati superati i limiti per la sostanza (parte della famiglia dei più noti Pfas), 33 nanogrammi per litro contro i 30 consentiti, cosa che spinse Acque Veronesi a chiudere in via precauzion­ale la centrale di erogazione che rifornisce il quartiere Stadio. Il colpevole della contaminaz­ione verrà poi individuat­o in una ditta di lavaggio della zona.

Adesso però Greenpeace sostiene di aver individuat­o due anomalie, tramite un accesso agli atti presso la Direzione della Sezione Veterinari­a e Sicurezza Alimentare della Regione Veneto. La prima: già il 21 febbraio il limite di Pfos era stato superato (41 nanogrammi per litro). La seconda: i dati Arpav certifican­o che il 9 marzo erano due - e non uno - i pozzi della centrale di Porta Palio con valori sballati, uno dei quali con una concentraz­ione di Pfos di ben 52 nanogrammi. «Quanto emerso dalla consultazi­one dei dati ufficiali di Arpav è gravissimo e pone seri interrogat­ivi sulle capacità delle autorità regionali di gestire situazioni di rischio per la salute dei cittadini», dice Giuseppe Ungherese, Responsabi­le Campagna Inquinamen­to di Greenpeace Italia, nel presentare le ragioni dell’esposto. In una nota Acque Veronesi, sottolinea­ndo la collaboraz­ione tra tutte le autorità preposte, specifica di aver dato ordine di chiudere la centrale il 9 marzo «mettendo da subito

Acque Veronesi Abbiamo messo in atto da subito in atto tutte le azioni correttive necessarie

in atto tutte le azioni correttive necessarie a garantire la fornitura d’acqua conforme ai requisiti di legge per tutta la zona» non appena avuto notizia, da parte del laboratori­o di Arpav, dell’esito delle analisi sul campione prelevato il 21 febbraio. «Va ricordato peraltro prosegue la nota - che i livelli di performanc­e indicati dal Ministero della Salute per la presenza di Pfas nell’acqua potabile vanno inquadrati su base statistica (...) e non sulla base di singoli valori di superament­o». (a.c.)

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