Corriere di Verona

Silvia, nell’inferno dello stalker: «La mia storia nella tesi di laurea»

«Ora ho deciso di impegnarmi contro la violenza sulle donne»

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Silvia, proprio in vista del 25 novembre, la Giornata internazio­nale contro la violenza sulle donne. Esce allo scoperto, testimonia con il suo volto e la sua storia la forza di ribellarsi, combattere, spezzare la catena di violenza. Quello che Silvia ha deciso di fare è dedicarsi a combattere la violenza contro le donne. Vuole andare in scuole e parrocchie (ha già iniziato a farlo) a testimonia­re a bambini e ragazzi quello che è accaduto a lei. Educarli alla parità e al rispetto, a riconoscer­e stereotipi, sessismo e violenza. «Perchè è da lì che nasce tutto - spiega la giovane studiosa - . Da lì ha origine anche ciò che ho subito io». Emblematic­o il suo lavoro di tesi. «Ho analizzato una campagna pubblicita­ria che aveva l’obiettivo di educare alla prevenzion­e della violenza e che ha evidenziat­o la disparità di genere. Partendo da “in Italia le donne non possono esprimersi al 100%”, la campagna ha tappezzato l’Italia di grandi manifesti con volti di donne e frasi da completare del tipo “Quando torno a casa vorrei...”, “Quando cammino per strada mi piacerebbe...”. Scelta che sottolinea come la donna non riesca Coraggiosa Silvia Palmerini, 22 anni. Quando aveva 15 è stata perseguita­ta per anni da uno stalker. Lo ha raccontato nella sua tesi di laurea ad esprimere il proprio pensiero, spesso sovrastato da quello (offensivo o demolitivo) degli uomini». La maggior parte dei manifesti è stato imbrattato dai passanti con frasi sessiste e denigrator­ie. Coperte poi dai promotori con lo slogan: “supera i pregiudizi, valorizza le diversità”».

Da qui è partita l’approfondi­ta analisi semiotica di Silvia, che l’ha portata a laurearsi con un bel 102 e i compliment­i della commission­e. «Lo stalker ha cambiato la mia vita, mi ha rubato l’adolescenz­a - racconta Silvia - , per questo ho deciso di impegnarmi contro la violenza sulle donne».

Silvia ne parla per aiutare tante altre ragazze. «Quel ragazzo alto, sportivo e bello, che a Thiene tutti conoscevan­o, incrociato per caso sui social, a 15 anni mi era sembrato l’inizio di una storia d’amore. Anche se era più grande, 18 anni. Ne ero un po’ attirata e un po’ intimorita - racconta - . Lusingata dall’interesse che dimostrava. Alla fine ho accettato il suo invito. Ci siamo visti due volte, poi sono partita in vacanza con la mia famiglia». Ma al ritorno Silvia capisce che non è la persona giusta. E considera chiuso quel capitolo. Da lì invece inizia l’incubo.

E’ stato un incubo che mi ha rubato adolescenz­a gioia e fiducia

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