Arriva lo smart working E Minali punta sul welfare «Vogliamo raddoppiare»
Cattolica Assicurazioni ha attivato un programma di smart working per i dipendenti. L’intesa siglata con le organizzazioni sindacali, che segue quella sul Welfare siglata lo scorso 24 ottobre, punta a favorire il cosiddetto «lavoro agile», grazie al quale i dipendenti potranno cominciare a lavorare da casa o comunque fuori ufficio, utilizzando gli strumenti tecnologici forniti dall’azienda.
Il programma coinvolgerà inizialmente un’ottantina di collaboratori della compagnia veronese, che potranno lavorare in modalità «smart working» un giorno alla settimana. Il programma, una volta valutato come efficienza produttiva, potrà poi essere esteso all’intero gruppo. L’obiettivo è di incentivare la cultura della sostenibilità: «Migliore organizzazione del tempo da dedicare alla famiglia - spiega Cattolica in una nota -, minori spostamenti per raggiungere il luogo di lavoro con conseguente riduzione dell’inquinamento, efficienza delle prestazioni attraverso l’uso di attrezzature digitali».
Tornando al welfare, sarà proprio questo uno degli asset principali da sviluppare nel piano industriale triennale di Cattolica che sta mettendo a punto l’amministratore delegato Alberto Minali (sarà presentato a gennaio 2018), anche nell’ottica di diversificare il business della società oggi legato al 50 per cento alle assicurazioni auto. In un’intervista alll’Economia del Corriere della Sera, Minali ha spiegato: «Penso spesso al welfare. Il settore vale oltre 500 milioni per Generali Italia, 600 per l’Unipol, 360 milioni in forte crescita per Rbm. Per Cattolica vale 60 milioni. L’obiettivo è arrivare tra 100 e 120 milioni di premi. In buona sostanza, raddoppiare». Minali ha poi puntualizzato che «è scarsa la penetrazione del business Vita presso la nostra rete agenziale che rimane in primis una rete Danni. Vogliamo - ha detto l’ad - che il cliente di Cattolica, che si è avvicinato alla compagnia magari per assicurare l’auto, trovi in agenzia la soddisfazione a tutti i suoi bisogni assicurativi». Nell’intervista, Minali ha anche accennato ad «un’ampia riflessione sulla governance» per rendere Cattolica più efficente.