Vaccini, stop della Consulta ai ricorsi veneti
«Non fondata» l’opposizione all’obbligo. Zaia: «Mai stati no vax». Il ministro Lorenzin: «Il diktat protegge i bambini»
La Consulta boccia i ricorsi del Veneto contro l’obbligo vaccinale, perché «infondati». Soddisfatto il ministro Lorenzin: «Il diktat protegge i nostri bambini e la collettività». Amareggiato Zaia: «Non è stato capito che non siamo contro le vaccinazioni».
Vaccinazioni obbligatorie per tutti. Veneti compresi. E’ arrivata ieri la sentenza che mette la parola fine a mesi di braccio di ferro tra la Regione e il ministero della Salute sull’obbligo per gli alunni da zero a 16 anni di assumere 10 vaccini (anti polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae tipo b, morbillo, rosolia, parotite e varicella), pena il divieto di frequenza all’asilo e, per tutti, multe fino a 500 euro. La Corte costituzionale ha respinto i ricorsi presentati dal Veneto contro il decreto legge del 28 luglio scorso, che ha introdotto il diktat, e contro la successiva legge di conversione in vigore dal 6 agosto, perchè ha dichiarato «non fondate tutte le questioni prospettate». «Tali misure rappresentano una scelta spettante al legislatore nazionale — spiegano i giudici — scelta non irragionevole, poiché volta a tutelare la salute individuale e collettiva e fondata sul dovere di solidarietà nel prevenire e limitare la diffusione di alcune malattie». La Consulta ha considerato che le vaccinazioni rese obbligatorie erano già previste e raccomandate nei Piani nazionali e finanziate dallo Stato nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). E poi il passaggio da una strategia basata sulla persuasione — il modello veneto, che aveva abolito l’obbligo con legge 7 del 2007 — a un sistema coercitivo «si giustifica alla luce del contesto attuale, caratterizzato da un progressivo calo delle coperture».
La Corte ha poi tenuto conto che la legge di conversione ha modificato il decreto legge, «riducendo sensibilmente le sanzioni amministrative pecuniarie (prima fino a 7500 euro, ndr) e prevedendo che debbano essere precedute dall’incontro tra le famiglie e le autorità sanitarie, per favorire un’adesione consapevole e informata». Quindi la valutazione finale: la mancata vaccinazione non comporta l’esclusione dalla scuola dell’obbligo dei minori, che saranno inseriti in classi in cui gli altri alunni sono immunizzati. «Aspettiamo le motivazioni della sentenza — dice il professor Luca Antonini, legale della Regione — intanto ribadisco la legittimità della battaglia intrapresa dal Veneto, l’unico in Italia ad aver introdotto un sistema di libero consenso e alleanza terapeutica meritevole di aver portato la copertura vaccinale a valori superiori alla media nazionale. E’ irragionevole negare la frequenza all’asilo a un bambino colpito da una malattia non contagiosa. E comunque se si teme il ritorno di patologie scomparse come la poliomelite si può, qualora insorgesse un caso, procedere alla vaccinazione ad anelli, partendo cioè dai contatti più vicini, senza imporla in tutto il Paese. Inoltre — chiude l’avvocato — si configura un abuso dello strumento del decreto legge. L’obbligo andava reintrodotto semmai con una legge ordinaria, che avrebbe comportato un più approfondito dibattito parlamentare».
Molto diversa l’aria che tira a Palazzo Chigi. «Grande soddisfazione per la conferma di costituzionalità del decreto vaccini — posta su Facebook il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin —. I vaccini sono una conquista della scienza e una delle più importanti misure di prevenzione esistenti. Il decreto protegge la salute dei nostri bambini e di tutta la comunità». «Anche la Consulta conferma la correttezza e la costituzionalità del decreto sui vaccini», è il post del ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli. Arrabbiato il presidente della Regione, Luca Zaia: «Prendiamo atto della sentenza, che rispettiamo. Ma chi dice che ha perso il Veneto no vax è un cialtrone. Come governatore ho fatto solo il mio dovere, difendendo un modello esistente da dieci anni, fondato sulla libertà di scelta e sul dialogo con le famiglie. Ora si passa alla coercizione. Non siamo mai stati contro le vaccinazioni, mi spiace che la difesa del nostro sistema, concordato col ministero della Salute, sia stata presa come una posizione no vax». «Applicheremo la sentenza — aggiunge l’assessore alla Sanità, Luca Coletto —. Resta però l’amarezza per lo stop a un modello reduce da un decennio di successi, a fronte del calo poderoso di copertura registrato in tutta Italia grazie anche al terrorismo delle fake news, che noi combattevamo con l’informazione e la condivisione con i genitori. I primi sì vax siamo noi veneti. Fossi nel governo aspetterei a festeggiare: temo che l’obbligo alla lunga possa rivelarsi un boomerang».
Ma per il Pd «è l’ennesima sconfitta di Zaia». «Ormai i ricorsi persi davanti alla Consulta non si contano più — attacca la senatrice Laura Puppato — così come le decine di milioni di euro che sono costati ai cittadini». «Un piccolo passo per il diritto, un grande passo per la scienza — scrive Matteo Renzi su Fb —. Sulla salute dei bambini non si scherza».
Coletto La sentenza sarà applicata, ma il nostro modello ha raggiunto coperture molto alte