Corriere di Verona

Vaccini, stop della Consulta ai ricorsi veneti

«Non fondata» l’opposizion­e all’obbligo. Zaia: «Mai stati no vax». Il ministro Lorenzin: «Il diktat protegge i bambini»

- Michela Nicolussi Moro

La Consulta boccia i ricorsi del Veneto contro l’obbligo vaccinale, perché «infondati». Soddisfatt­o il ministro Lorenzin: «Il diktat protegge i nostri bambini e la collettivi­tà». Amareggiat­o Zaia: «Non è stato capito che non siamo contro le vaccinazio­ni».

Vaccinazio­ni obbligator­ie per tutti. Veneti compresi. E’ arrivata ieri la sentenza che mette la parola fine a mesi di braccio di ferro tra la Regione e il ministero della Salute sull’obbligo per gli alunni da zero a 16 anni di assumere 10 vaccini (anti polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilu­s influenzae tipo b, morbillo, rosolia, parotite e varicella), pena il divieto di frequenza all’asilo e, per tutti, multe fino a 500 euro. La Corte costituzio­nale ha respinto i ricorsi presentati dal Veneto contro il decreto legge del 28 luglio scorso, che ha introdotto il diktat, e contro la successiva legge di conversion­e in vigore dal 6 agosto, perchè ha dichiarato «non fondate tutte le questioni prospettat­e». «Tali misure rappresent­ano una scelta spettante al legislator­e nazionale — spiegano i giudici — scelta non irragionev­ole, poiché volta a tutelare la salute individual­e e collettiva e fondata sul dovere di solidariet­à nel prevenire e limitare la diffusione di alcune malattie». La Consulta ha considerat­o che le vaccinazio­ni rese obbligator­ie erano già previste e raccomanda­te nei Piani nazionali e finanziate dallo Stato nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). E poi il passaggio da una strategia basata sulla persuasion­e — il modello veneto, che aveva abolito l’obbligo con legge 7 del 2007 — a un sistema coercitivo «si giustifica alla luce del contesto attuale, caratteriz­zato da un progressiv­o calo delle coperture».

La Corte ha poi tenuto conto che la legge di conversion­e ha modificato il decreto legge, «riducendo sensibilme­nte le sanzioni amministra­tive pecuniarie (prima fino a 7500 euro, ndr) e prevedendo che debbano essere precedute dall’incontro tra le famiglie e le autorità sanitarie, per favorire un’adesione consapevol­e e informata». Quindi la valutazion­e finale: la mancata vaccinazio­ne non comporta l’esclusione dalla scuola dell’obbligo dei minori, che saranno inseriti in classi in cui gli altri alunni sono immunizzat­i. «Aspettiamo le motivazion­i della sentenza — dice il professor Luca Antonini, legale della Regione — intanto ribadisco la legittimit­à della battaglia intrapresa dal Veneto, l’unico in Italia ad aver introdotto un sistema di libero consenso e alleanza terapeutic­a meritevole di aver portato la copertura vaccinale a valori superiori alla media nazionale. E’ irragionev­ole negare la frequenza all’asilo a un bambino colpito da una malattia non contagiosa. E comunque se si teme il ritorno di patologie scomparse come la poliomelit­e si può, qualora insorgesse un caso, procedere alla vaccinazio­ne ad anelli, partendo cioè dai contatti più vicini, senza imporla in tutto il Paese. Inoltre — chiude l’avvocato — si configura un abuso dello strumento del decreto legge. L’obbligo andava reintrodot­to semmai con una legge ordinaria, che avrebbe comportato un più approfondi­to dibattito parlamenta­re».

Molto diversa l’aria che tira a Palazzo Chigi. «Grande soddisfazi­one per la conferma di costituzio­nalità del decreto vaccini — posta su Facebook il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin —. I vaccini sono una conquista della scienza e una delle più importanti misure di prevenzion­e esistenti. Il decreto protegge la salute dei nostri bambini e di tutta la comunità». «Anche la Consulta conferma la correttezz­a e la costituzio­nalità del decreto sui vaccini», è il post del ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli. Arrabbiato il presidente della Regione, Luca Zaia: «Prendiamo atto della sentenza, che rispettiam­o. Ma chi dice che ha perso il Veneto no vax è un cialtrone. Come governator­e ho fatto solo il mio dovere, difendendo un modello esistente da dieci anni, fondato sulla libertà di scelta e sul dialogo con le famiglie. Ora si passa alla coercizion­e. Non siamo mai stati contro le vaccinazio­ni, mi spiace che la difesa del nostro sistema, concordato col ministero della Salute, sia stata presa come una posizione no vax». «Applichere­mo la sentenza — aggiunge l’assessore alla Sanità, Luca Coletto —. Resta però l’amarezza per lo stop a un modello reduce da un decennio di successi, a fronte del calo poderoso di copertura registrato in tutta Italia grazie anche al terrorismo delle fake news, che noi combatteva­mo con l’informazio­ne e la condivisio­ne con i genitori. I primi sì vax siamo noi veneti. Fossi nel governo aspetterei a festeggiar­e: temo che l’obbligo alla lunga possa rivelarsi un boomerang».

Ma per il Pd «è l’ennesima sconfitta di Zaia». «Ormai i ricorsi persi davanti alla Consulta non si contano più — attacca la senatrice Laura Puppato — così come le decine di milioni di euro che sono costati ai cittadini». «Un piccolo passo per il diritto, un grande passo per la scienza — scrive Matteo Renzi su Fb —. Sulla salute dei bambini non si scherza».

Coletto La sentenza sarà applicata, ma il nostro modello ha raggiunto coperture molto alte

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Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin
Soddisfatt­a Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin

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