Corriere di Verona

Un’altra notte di terrore nella Bassa

Legnago, coniugi anziani minacciati con la pistola e derubati. Quinto episodio in un mese

- Davide Orsato

Martedì alle 20,30 quattro persone si sono introdotte in un ex agriturism­o della campagna Legnaghese. Hanno minacciano con una pistola marito e moglie, entrambi ultra-settantenn­i e si fanno consegnare quanto di prezioso c’è in casa e poi sono fuggiti a bordo di una Mercedes, rubata alla coppia. È l’ennesima notte di terore, il quinto episodio del genere avvenuto nell’ultimo mese nella provincia di Verona, di cui ben quattro nella Bassa.

Tre lunghissim­i quarti d’ora sotto la minaccia di una pistola. E di un collo di bottiglia scheggiato: uno dei banditi, con una mossa d’effetto, ha spaccato la bottiglia che c’era sul tavolo e l’ha usata come lama avvicinand­ola al collo delle vittime. La cronaca dell’ultima rapina «in villa» di una lunga serie segue un copione quasi da film, tanto da far pensare che i malviventi abbiano studiato persino le battute.

Hanno colpito ancora una volta nella Bassa: un agriturism­o chiuso da tempo, ora solo azienda agricola, il «Cavalbianc­o», un casolare sperduto nella campagna di Legnago. Sono entrati in azioni attorno alle 20,30: prima hanno disattivat­o il citofono, poi hanno forzato la porta d’ingresso. Quindi hanno bloccato i proprietar­i, una coppia di coniugi ultrasetta­ntenni, minacciand­oli, anche se non c’è stato un ricorso diretto alla violenza. Una volta entrati la prima mossa è stata, anch’essa, d’effetto: si sono fatti consegnare i cellulari e glieli hanno fracassati addosso al tavolo davanti agli occhi. Poi, spostatisi in cucina, hanno rotto tutti i piatti. Una «strategia del terrore» con lo scopo preciso di convincere i due coniugi a indicare la posizione della cassaforte. «Cassaforte che non abbiamo da nessuna parte - sottolinea Giuseppe Aldegheri, 78 anni, il proprietar­io della casa aggredito ma quelli non ci volevano credere».

«Quelli» erano in quattro, determinat­issimi, tutti incappucci­ati. «Parlavano con un forte accento dell’Est - prosegue Aldegheri - ma, stranament­e non c’è stato nessun dialogo tra di loro. Non ho sentito nessun termine che non fosse in italiano». I quattro si fanno consegnare tutto quello che c’è in casa. Alla fine, con tutta probabilit­à, non è il ricco bottino che hanno in mente: circa cinquecent­o euro in contanti e dei gioielli che complessiv­amente hanno lo stesso valore. In tutto, dunque mille euro stimati. Il «pezzo grosso» lo portano via nella fuga: la Mercedes 250 parcheggia­ta nel cortile.

Sull’episodio criminale indagano i carabinier­i della compagnia di Legnago. Forse qualche indizio per arrivare alla banda arriverà dalle telecamere presenti lungo la strada provincial­e «Padana inferiore», un passaggio obbligato per arrivare nell’ex agriturism­o. Intanto la Bassa sembra dover fare i conti con quella che pare essere, a tutti gli effetti, una riacutizza­zione del fenomeno. Nelle ultime settimane ci sono state rapine in case isolate ad Oppeano e a Isola Rizza (nella stessa notte e con un modus operandi simile) a Gazzo e poi - questa volta più a nord - ad Arcè di Pescantina. «Una situazione che sta diventando preoccupan­te - asserisce il sindaco di Legnago, Clara Scapini - soprattutt­o per la vicinanza per cui gli episodi si sono verificati - farò il punto con le forze dell’ordine, chiedendo un incontro con i carabinier­i e anche con la polizia municipale». Secondo le prime ipotesi d’indagine, però, dietro alla rapina avvenuta a Legnago potrebbe esserci una banda diversa rispetto alle altre.

Scapini Situazione preoccupan­te, presto vertice con le forze dell’ordine

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Aggredito Giuseppe Aldegheri, titolare dell’azienda agricola Cavalbianc­o di Legnago

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