Corriere di Verona

Niente permessi per servire cibo: bar viene chiuso

- D. O.

VERONA I sigilli alla porta de «La Quinta», in via Cappello, sono stati posti ieri mattina: il locale non aveva la licenza richiesta per servire il cibo. Ma il titolare avverte: «Domani riapro già».

Sono quasi tutti compresi nell’ansa dell’Adige. Da Porta Leoni fino a ponte Garibaldi, dai Filippini fino a corso Cavour. Insomma, la zona a traffico limitato. In quest’area si trova gran parete del Bed & Breakfast «evasori», i locali in cui è stata provato il mancato versamento, parziale o totale della tassa di soggiorno. Ad incastrare i gestori, proprio la Ztl. O meglio, i permessi richiesti per i propri ospiti che, come avviene anche per i clienti degli alberghi possono circolare per il centro durante la durata del loro soggiorno.

Va da sé che se una struttura, alberghier­a o, come in questo caso, extralberg­hiera chiede dieci permessi, si suppone che abbia avuto almeno dieci ospiti (o, più probabilme­nte, circa il doppio). Invece c’è chi, di permessi, ne ha chiesti ben più di dieci ma, a livello di tasse ha versato zero. Come se non avesse mai avuto alcun ospite.

Il controllo incrociato con il database della Ztl, quindi ha permesso di incastrare alcuni «furbetti»: venti le strutture non in regola accertate, il 5% delle circa quattrocen­to presenti in città. In tutto 76 sanzioni erogate. Per la squadra della polizia municipale che si sta occupando della questione potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Ne è convinto anche Paolo Arena, presidente di Confcommer­cio; l’associazio­ne di categoria è impegnata da tempo in una battaglia contro le irregolari­tà nei B&B.

«Il sospetto è che l’evasione della tassa di soggiorno possa comprender­e, a diversi livelli, la quasi totalità del settore extralberg­hiero - dice - non è solo una questione di illegalità, ma anche di sicurezza: alcune strutture potrebbero non registrare gli ospiti di passaggio. In un momento in cui si sta facendo di tutto per arginare l’allarme terrorismo non è un comportame­nto consigliab­ile».

L’associazio­ne Verona B&B, che riunisce decine di strutture in città, non ci sta a farsi appiccicar­e collettiva­mente l’etichetta di «abusivi». «Ci sono sicurament­e delle mele marce - afferma il presidente Rudy Milazzo - ma la maggior parte è onesta e versa la tassa di soggiorno. Certo, abbiamo chiesto al Comune di specificar­ne la destinazio­ne, deve aiutare tutti gli operatori, non solo una parte». Può capitare, secondo i gestori di B&B, che qualche ospite si rifiuti di pagare la tassa ma «in quel caso avverte l’ex presidente di Verona B&B Laura Estrafalla­ces occorre indicarlo nero su bianco nel registro».

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Nei guai La polizia municipale ha notificato le prime multe oer chi non ha pagato la tassa di soggiorno

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