Intesa Agsm-EcoTirana, Sboarina e Croce voleranno in Albania per decidere se proseguire
Il sindaco Federico Sboarina e il presidente di Agsm, Michele Croce, voleranno entro metà dicembre in Albania per incontrare il sindaco di Tirana: nel frattempo, entro fine mese, Croce riceverà una relazione dettagliata (commissionata a un consulente) sugli investimenti veronesi al di là dell’Adriatico, e a quel punto si deciderà se proseguire o meno sulla strada intrapresa. Questo, in sintesi, il risultato dell’attesa commissione consiliare di ieri sul «caso Albania». Che pareva dover essere una bomba (preceduta da polemiche, tentativi di far saltare l’incontro e persino un’inedita riunione di maggioranza ieri mattina) ma che poi è stata molto più… tranquilla del previsto. La riunione ha visto la presenza dello stesso presidente Croce, del suo predecessore Fabio Venturi, del presidente di Amia, Andrea Miglioranzi e del direttore di EcoTirana Diego Testi.
Si parte con una serie di domande, soprattutto sui due temi anticipati ieri dal nostro giornale: i 400 milioni investiti inizialmente e non tornati all’Amia e l’acquisto di alcuni camion che aveva seguito una trafila infinita. Di qui le spiegazioni del direttore Testi. Che racconta: «L’accordo VeronaTirana del 2016 fu deciso dopo 5 anni di studi. Il nostro è l’unico esempio mondiale di partnership italo-albanese, il che significa avere l’affidamento diretto dei servizi per 25 anni. Abbiamo fatturato a fine ottobre 2 milioni di euro, con un utile di 253 mila il primo anno (sui 140 mila previsti). I mezzi per EcoTirana sono stati acquistati con gara pubblica ma abbiamo dovuto seguire le leggi d’Albania, con un iter forzatamente contorto. Il mio stipendio? 1.500 euro al mese - spiega Testi - più lo stipendio da dirigente di Amia, e mi sto anche anticipando le spese». L’ex direttore di Agsm, Gian Pietro Cigolini, completa: «Io prendo 800 euro al mese col benefit di un auto a uso promiscuo. I camion? Percorso contorto ma obbligato (anche Serit c’era entrata in fretta e furia, sotto il controllo del direttore Alfeo)».
Elisa La Paglia commenta, forse ironicamente: «Siete stati fortunati». Cigolini replica secco: «No, siamo bravi».
Alessandro Gennari (M5S) trova strano che il report non sia già in Agsm. E Tommaso Ferrari (Verona Civica) aggiunge pepe politico: «Lei – chiede a Croce – in campagna elettorale ha sparato a zero sui vertici delle partecipate: ha fiducia o no in questo management?». Risposta di Croce: «Ci sono molte cose da seguire (Agsm-Aim, Pescantina..) ma avrò tutti i pareri a fine novembre. Finora abbiamo deciso di salvare le partecipazioni albanesi, poi vedremo: in campagna elettorale sono stato molto polemico con quei cda, adesso li valuterò sulla base dei report entro fine mese». Il presidente di Amia, Miglioranzi, rivela che si sta valutando se ammortizzare i famosi 400 mila euro come Holding, per non pesare in alcun modo su Amia.
Sempre sui 400 mila euro, viene chiarito che erano il costo dello start-up aziendale come evidenziato dal direttore di Amia Maurizio Alfeo in un cda del 31 agosto 2016: lo stesso Alfeo aveva proposto di considerarli come costi d’avviamento ammortizzabili in 10 anni.
Testi Accordo unico a livello mondiale, utile di 253 mila euro
Croce
Salvate finora le partecipazioni albanesi, poi vedremo