Marconi e la sconfitta del Pd «Alle comunali non si improvvisa, bisognava pensarci tre anni prima»
Claudio Marconi viene da Legnago, dove è vicesindaco, ha votato Renzi ma cita Berlinguer («Si va avanti se si va tutti insieme, non ognuno per conto suo») e ha le idee piuttosto chiaro sulle cause della disfatta del Pd a Verona alle ultime elezioni amministrative, quando Orietta Salemi non è riuscita nemmeno a raggiungere il ballottaggio. «Quando si fa un progetto di tipo amministrativo, non si può improvvisare negli ultimi sei mesi, bisogna partire tre anni prima afferma - Noi, a Legnago, per vincere nel 2014 siamo partiti nel 2010». A diventare sindaco, in quel caso, fu Clara Scapin, che oggi è il suo primo sponsor nella corsa per diventare il nuovo segretario provinciale del Partito democratico.
Oltre a Marconi, sono altri due i candidati in corsa: Massimo Lanza, segretario del circolo di Caldiero, sostenuto dalla minoranza che si riconosce nella mozione del ministro Andrea Orlando; Valeria Pernice, ex segretaria organizzativa della precedente segreteria oggi commissariata, che è invece apertamente renziana. Sia Pernice che Marconi dicono di voler ricucire il rapporto con la base dando ascolto ai circoli e superando la logica delle correnti. E tuttavia, pur dietro le quinte, i «big» del Pd veronese sono schierati per i due con le solite
divisioni: per Pernice, i deputati Alessia Rotta, Diego Zardini, Gianni Dalmoro, la consigliera regionale Orietta Salemi; per Marconi, il deputato Vincenzo D’Arienzo e l’ex consigliere regionale Franco Bonfante. «I “big” prendono spazio quando il partito è debole - spiega Marconi - Ma se facciamo funzionare davvero il partito, prevale la logica di squadra».
Nel presentare la sua proposta, Marconi prende di petto i temi su cui il Pd è talvolta in imbarazzo: autonomia del Veneto, accoglienza dei migranti. E poi la mobilità, le infiltrazioni mafiose, la rinascita dei movimenti di estrema destra. «Come partito dobbiamo essere protagonisti su questi temi», spiega. E lancia la proposta di un confronto pubblico con gli altri candidati alla segreteria veronese.