Corriere di Verona

Bankitalia, primo semestre ok Ripresa avanti in Veneto, ma al palo edilizia e moda

- di Pierfrance­sco Carcassi

L’andamento dell’economia regionale conferma i segnali positivi degli ultimi tre anni e promette di seguirne la scia anche nel 2018, portando beneficio a quasi tutti i settori. L’uscita dalla crisi è fotografat­a dal centro studi della Banca d’Italia che ha presentato ieri l’aggiorname­nto congiuntur­ale relativo ai primi sei mesi dell’anno. Alla crescita della produzione manifattur­iera sull’onda del 3,3% in tutti i settori di specializz­azione regionale, s’accompagna­no maggiori investimen­ti delle aziende che navigano in acque migliori dal punto di vista finanziari­o.

«L’aspetto positivo è che il migliorame­nto arriva a tutti i comparti, non solo grazie alla domanda estera, ma anche a quella interna» spiega Paolo Chiades, coordinato­re del rapporto. Si parte dal manifattur­iero, trainato dalla crescita delle esportazio­ni (+5,9%) in Europa centro-orientale e negli Usa, ma anche dall’aumento dei consumi nazionali. Superiore alla media è la crescita dei settori dell’occhiale (+8%), prodotti in metallo (+5,7) e meccanica (+5,8%). Maglia nera della crescita al settore della moda (+1%), invariato l’orafo. La speranza è che il «Black Friday» di domani possa aiutare proprio il fashion.

L’edilizia, in crisi dal 2006 e stabilizza­tasi nel 2016, non si è ancora ripresa: all’origine della stagnazion­e gli immobili invenduti e la scarsa domanda del comparto pubblico, pur compensati dagli interventi di ristruttur­azione.

In generale, il 40% delle 250 imprese intervista­te prevede una produzione stabile in futuro. Più della metà delle imprese di servizi privati ha dichiarato un aumento di fatturato nei primi 9 mesi del 2017 — meno del 10% registra segno negativo — supportato dalla crescita delle vendite al dettaglio (+0,6%) e delle presenze turistiche (+8,1%).

Migliorame­nto della situazione anche per le famiglie: crescono le ore lavorate e il reddito lordo; il numero degli occupati è tornato ai livelli precrisi (+3,7% dei dipendenti, ma calano gli autonomi). Fanno la parte del leone i contratti a tempo determinat­o, dopo che la fine degli incentivi pubblici ha bloccato l’aumento degli indetermin­ati. L’occupazion­e cresce (+2,3% nel primo semestre) a quota 65,8%, a fronte di una diminuzion­e della disoccupaz­ione a 6,3% (maggiore di 0,6 punti percentual­i nei primi 6 mesi dell’anno scorso). Il 2017 è il quarto anno consecutiv­o in cui aumentano gli investimen­ti (+29% rispetto alle previsioni di inizio anno) delle aziende, dopo il calo del 30% nel periodo tra il 2011 e il 2013: il 78% prevede di chiudere il 2017 in utile. La maggior redditivit­à delle imprese si traduce in più liquidità disponibil­e. Tradotto: le aziende fanno le spese con più mezzi propri e meno ricorso a terzi.

Torna un moderato segno positivo sui finanziame­nti bancari, dopo cinque anni in picchiata: +0,6% a giugno 2017, sui dodici mesi, mentre i dati provvisori relativi a settembre parlano di un +0,5%. Alla crescita dei prestiti alle famiglie (2,8%) per comprare beni durevoli come la prima casa — grazie ai tassi di interesse vantaggios­i — fanno da contraltar­e il -0,4% dei prestiti alle imprese, che colpisce soprattutt­o le realtà piccole. «Elemento tipico italiano, non latitanza del solo sistema bancario regionale — chiosano da Bankitalia — Spesso le piccole imprese faticano a farsi valutare oggettivam­ente e hanno bisogno di formazione finanziari­a. Le fusioni bancarie? Non c’è una misura giusta, rimangono le Bcc, ma gestite in gruppo».

Il credito erogato è di migliore qualità, in linea con la media nazionale: ammonta al 2,4% il flusso dei prestiti deteriorat­i in rapporto a quelli totali erogati alle imprese. Sul totale dei finanziame­nti il credito deteriorat­o è sceso dal 20,9% al 17,4%: un dato in gran parte dovuto alla liquidazio­ne di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. «Il rapporto dà quadro positivo che deve rappresent­are per tutti noi non un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Il lavoro da fare è ancora tanto, ma i fondamenta­li della nostra economia sono buoni» ha commentato Giuseppe Fedalto, presidente della Camera di Commercio di Venezia e Rovigo.

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