Corriere di Verona

Pazzini in forse nella gara decisiva contro il Sassuolo

Ancora problemi in attacco per Pecchia. Il capitano alle prese con il guaio al tendine d’Achille

- Fontana

VERONA L’Hellas è abbonato ai problemi in attacco. Anche ieri, nel ritiro gialloblù di Collecchio, non hanno potuto allenarsi né Moise Kean, né Giampaolo Pazzini. Se la giovane punta ha pochissime possibilit­à di esserci domani con il Sassuolo, sempre afflitto dalle noie muscolari che già gli hanno imposto di saltare le partite con Cagliari e Bologna, per il Pazzo c’è la speranza di un recupero, com’è avvenuto lunedì, proprio con il Bologna, nella partita poi persa per 3-2 al Bentegodi.

Lo staff del Verona sta gestendo il capitano, che accusa un fastidio al tendine d’Achille, cosa che già aveva messo a rischio la sua presenza nell’ultimo turno. Allo stesso modo, Pazzini conta di essere a disposizio­ne, sia pure non al pieno della condizione, per la trasferta di Reggio Emilia, essenziale crocevia della stagione dell’Hellas, con la panchina di Fabio Pecchia che è in bilico (resta in pole position, in caso di esonero, il nome di Edy Reja, ma occhio anche a Beppe Iachini e Stefano Colantuono).

Il Pazzo si sta sottoponen­do a delle terapie per ritrovare smalto. Stamattina è in programma la seduta di rifinitura e soltanto a quel punto sarà possibile capire nel dettaglio quali siano le possibilit­à di vedere l’attaccante in campo al Mapei Stadium. Se non ci fosse modo di schierarlo, Pecchia sarebbe costretto a rivoluzion­are ancora l’assetto: potrebbe giocare con il 4-4-2, con Cerci e Verde in avanti, oppure replicare l’abituale 4-3-3 con l’impiego da «finto nove» di Bessa o Fares.

Di certo i tanti intoppi che hanno limitato la rosa dell’Hellas – resta ancora fuori Alex Ferrari, identico discorso che vale per Mattia Zaccagni, che di fatto ha chiuso il suo 2017 – incidono nelle scelte di Pecchia. L’organico andrà integrato a gennaio, soprattutt­o nel reparto offensivo, poco coperto in sede estiva. Lo stesso Kean è arrivato soltanto all’ultimo giorno di mercato, ad agosto, dopo che erano sfumati Cutrone, Sadiq e Boyé.

Proprio Lucas Boyé resta un obiettivo di Filippo Fusco, direttore sportivo gialloblù che ha seguito la punta del Torino a lungo e che aveva avviato una serrata trattativa con il club granata per ingaggiare l’argentino. Un accordo che era fatto e che è stato bocciato da Sinisa Mihajlovic, tecnico de Toro che non ne ha voluto sapere di privarsi di Boyé, ritenuto un’alternativ­a preziosa per il fronte avanzato. I numeri, invece, dicono il contrario, visto che l’attaccante è stato inserito solamente in sei partite, e sempre per una ridotta manciata di minuti. In totale sono stati 82’, neanche una gara intera, con il picco (si fa per dire…) dei 20’ finali del derby perso per 4-0 con la Juventus. Fusco, quindi, tornerà alla carica con il Toro e con il suo ds, Gianluca Petrachi, per ottenere il prestito di Boyé, individuat­o come l’uomo giusto per dare sostanza all’attacco del Verona: ha una stazza solida, buona tecnica, si sa muovere sia al centro che sulle corsie esterne.

Sarebbe più di un completame­nto per un settore che sconta l’età di Kean, talento certo, eppure giocatore tutto da costruire, e che non può appoggiars­i soltanto alla vena di Pazzini, che paga un prezzo inevitabil­e agli acciacchi. Che di qui all’inverno ci sia o meno Pecchia a guidare il Verona – e domani se ne saprà di più –, l’Hellas avrà bisogno di rinforzi (anche in difesa, in realtà, tanto più dato il ritorno poco meno che certo di Martin Caceres alla Lazio) per inseguire, nella seconda parte del campionato, una salvezza che resta complicata.

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