Corriere di Verona

Per Technital non è finita «Traforo, faremo ricorso»

L’azienda andrà al Consiglio di Stato dopo la bocciatura del Tar. L’ad Scotti: «A chi giova distrugger­ci?»

- Aldegheri

Technital ricorrerà al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che affossa il project financing per il Traforo delle Torricelle. Ma la società di progettazi­one, per bocca del suo amministra­tore unico Alberto Scotti (foto) si ribella soprattutt­o contro chi punta il dito contro di essa quale massima responsabi­le di questa vicenda.

Technital si appresta a ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che affossa il project financing per il Traforo delle Torricelle e dà il via libera al Comune alla riscossion­e degli otto milioni di euro di fideiussio­ne. Ma la società di progettazi­one si ribella soprattutt­o contro chi punta il dito contro di essa quale massima responsabi­le di questa vicenda.

L’ingegner Alberto Scotti, amministra­tore unico di Technital, ricorda infatti che «la nostra società, che svolge solo progettazi­oni, rappresent­a una quota del 3% del Raggruppam­ento Temporaneo d’Imprese, mentre il 97 per cento è rappresent­ato dalle società di costruzion­e. Non è accettabil­e quindi – sottolinea Scotti - che Technital venga ora utilizzata come capro espiatorio». Technital ribadisce che si arriverà davanti al Consiglio di Stato, e che la vicenda giudiziari­a non è ancora finita. «Ma la cosa più spiacevole – torna a rimarcare l’impresa - è che si colga il pretesto di questa sfortunata iniziativa per mettere in cattiva luce la nostra società, ed è bene ricordare che, nell’ambito della recente ristruttur­azione aziendale, essa ha deciso di chiudere la sede di Milano e di puntare proprio su Verona, dove ha concentrat­o la propria sede principale. A chi giova – conclude Scotti - distrugger­e la Technital?» L’ingegner Scotti fa riferiment­o a quel 97% di imprese che avrebbero dovuto concorrere alla costruzion­e del Traforo. Ma quali sono? Nel 2011 c’erano Technital, Girpa (riconducib­ile ai Mazzi) e Verona Infrastrut­ture. Poi era arrivato un vero gigante, la Mantovani. Che poi però era uscita dal gruppo. C’erano stati contatti con gli spagnoli di Abertis (A4 Holding) mai andati a buon fine. L’ultimo documento ufficiale del Comune parla di Technital, Verona Infrastrut­ture Consorzio Stabile, Parolini Giannanton­io Spa, Segnaletic­a Modenese Srl e ITI Spa. Ma si è parlato anche di fiduciarie (Alfa e Beta) con radici romane, senza peraltro conferme ufficiali.

Intanto piovono le reazioni politiche.Molto severo Michele Bertucco (Sinistra in Comune) che accusa di ipocrisia molti di quanti «oggi salutano come prevedibil­e, anzi prevista la morte del progetto ma che sono gli stessi che hanno attivament­e sostenuto la proposta quando erano in giunta con Tosi. Un po’ di senso della vergogna – aggiunge - a volte non guasterebb­e». Bertucco cita l’ex vicesindac­o e ora consiglier­e regionale del centrodest­ra «Stefano Casali, che non ha mai aperto bocca quando i dirigenti venivano fatti lavorare ad un’ipotesi che non poteva stare in piedi, così come i “casalesi” in giunta con l’ex sindaco fino a poche settimane dal voto. E gli stessi Sboarina, Bertacco, Polato, Padovani, Zanotto – prosegue - furono decisivi nel far decollare una proposta che ha tenuto la città bloccata per 10 anni».

Dal fronte politico opposto, l’associazio­ne Ama Verona (che fa capo a Patrizia Bisinella) sostiene che «è sbagliato azzerare tutto il lavoro fatto dalla precedente Amministra­zione e invece utile ripartire dalla proposta del 2013 delle imprese, realizzand­o l’intervento in due fasi. Il project – aggiunge il presidente di Ama Verona, Vittore D’Acquarone dovrebbe introdurre alcune migliorie chieste dalla giunta precedente, ovvero: l’utilizzo gratuito del tunnel durante la stagione del Teatro Romano, l’autorizzaz­ione dei mezzi pesanti delle sole ditte della Valpantena e della Valpolicel­la, abbonament­i ridotti per i pendolari». Soddisfatt­i per la «bocciatura» del Tar Ciro Maschio, di Fratelli d’Italia («Tosi per anni ha preso in giro i cittadini annunciand­o come imminente un progetto che non era più sostenibil­e») e Andrea Velardi, di Forza Italia («La campagna elettorale di qualcuno si è basata su un progetto già morto». Secondo il gruppo comunale del Pd, infine, «si chiude ingloriosa­mente l’ultimo capitolo del cosiddetto ‘passaggio a nord’ lasciando ancora una volta intatto il problema della strettoia Teatro Romano-San Giorgio che paralizza Veronetta e la città: ora bisogna ripartire da zero, e si potrà tornare a ragionare su un’ipotesi di galleria urbana solo quando i dati ne dimostrino l’effettiva utilità nella risoluzion­e per l’attraversa­mento di Veronetta e l’estensione della Ztl».

Bertucco C’è chi oggi esulta ma ha appoggiato quel progetto con Tosi

Maschio Cittadini presi in giro per anni parlando di progetto realizzabi­le

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 ??  ?? Simulazion­e Ecco come sarebbe apparso l’imbocco del Traforo delle Torricelle a Poiano, se fosse stato realizzato
Simulazion­e Ecco come sarebbe apparso l’imbocco del Traforo delle Torricelle a Poiano, se fosse stato realizzato
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