Ospedale declassato, la battaglia di Bussolengo in Regione Assemblea pubblica l’altra sera: «Pronti ad andare a protestare a Venezia». La difesa del sindaco
BUSSOLENGO Il comitato per la salvaguardia dell’ospedale Orlandi è pronto alle barricate contro la proposta di «declassamento» da acuto a riabilitativo. E lo fa sostenuto da tre consiglieri regionali politicamente eterogenei: Andrea Bassi del Centro Destra Veneto, la tosiana di ferro Giovanna Negro e il grillino Manuel Brusco, più una schiera di consiglieri comunali di opposizione di vari Comuni del distretto sanitario. «Si riparte nella battaglia con una petizione e una raccolta di firme – hanno annunciato i portavoce del Comitato Adriana Meneghini, Chiara Corsini e il medico Roberto Cordioli – ma se sarà necessario andremo a protestare anche a Venezia, perché nel nuovo disegno del Polo a due gambe quel che rimane è una gamba e una stampella».
Per tutti un film già visto più volte, poiché gli ospedali pubblici della provincia di Verona sono caduti come birilli sotto la scure dei tagli alla sanità regionale, con le relative marcie di protesta, petizioni e manifestazioni in laguna. «È stata smantellata la sanità pubblica a favore della sanità privata con la chiusura di fatto – attraverso false promesse di riconversione delle strutture in ospedali di comunità che non si sono mai realizzate - degli ospedali di Bovolone, Nogara, Isola della Scala, Valeggio, Caprino, Malcesine e ora Bussolengo. Ma poi toccherà la stessa sorte anche a Villafranca», hanno ribadito più voci nell’infuocata assemblea di mercoledì sera a Bussolengo davanti a circa 300 persone.
Nell’occhio del ciclone la sindaca Paola Boscaini, per aver sottoscritto la proposta di modifica delle schede sanitarie, che si è difesa dicendo: «L’esecutivo della conferenza dei sindaci, in settembre, è stato convocato in Regione dal direttore della sanità veneta Domenico Mantoan, il quale ci ha detto che o si modificavano le schede, o Bussolengo avrebbe chiuso, quindi ho votato a favore perché l’Orlandi possa mantenere almeno un’identità riabilitativa e quindi durare nel tempo».
Risultato? L’hanno invitata a dimettersi immediatamente. È intervenuto anche il già dirigente amministrativo dell’ex Usl 22 Virginio Asileppi: «Per l’Orlandi si sono già spesi una ventina di milioni per la sua ristrutturazione, ma quando una struttura passa da acuto a lungodegenza è scritto che viene chiusa».