Corriere di Verona

Studenti dentro il Bataclan tra gli spari dei terroristi Lo stand choc del Veneto approda alla fiera della scuola

L’allestimen­to del regista Marinelli: «Dedicato alla vita»

- Francesca Visentin

Si entra in una stanza buia, s’indossano i visori vr e di colpo ci si ritrova dentro l’inferno del concerto al Bataclan, con la musica interrotta dagli spari, i terroristi che urlano «Allah Akbar» e il mitra puntato addosso. Un’esperienza choc, firmata dal regista e scrittore padovano Giancarlo Marinelli, realizzata allo stand della Regione Veneto in fiera a Verona, in uno spazio creato dall’architetto padovano Paolo Beleù.

La Regione Veneto a Job & Orienta quest’anno punta a scuotere. «Il terrorismo può colpire ovunque e chiunque dice Marinelli - . La consapevol­ezza deve spingere i giovani a vivere ogni attimo della vita senza sprecarlo, con determinaz­ione».

Il film in cui si trova immerso chi indossa i visori per la realtà virtuale, è la fedele ricostruzi­one in studio che Marinelli ha fatto di quel concerto della morte. Da quella stanza nera i ragazzi che visitano Job Orienta ne escono spaventati. «Però non carichi di odio, ma di amore per le vittime - fa notare il regista - . Nella stanza nera è come se al Bataclan ci fosse stato chi indossa i visori. Il terrorista punta il mitra, spara. È la sensazione della morte. Ma una voce ti fa capire che non sei rimasto ucciso, da lì ne esci vivo. E ti invita a usare la tua vita nel miglior modo possibile. Come omaggio alle vittime».

Dalla stanza nera si passa in un lungo corridoio bianco, il Boulevard dei ragazzi perduti, dedicato alle vittime degli attentati di Parigi. Sul polso un timbro per chi esce (come in discoteca), a ogni timbro corrispond­e un biglietto con il nome di battesimo di una delle vittime del Bataclan e un messaggio ideale. «Ho immaginato che le vittime scrivesser­o ai ragazzi di continuare a vivere al posto loro - chiarisce Giancarlo Marinelli - , usando tutte le chance che offre la vita e cercando di cambiare in meglio il mondo».

Una performanc­e artistica forte. «Ma è un messaggio bellissimo. Ho cercato di ricordare chi non c’è più e di fare capire ai giovani cosa significa trovarsi davanti alla morte. Un inno alla vita, insomma».

Preoccupat­o che un progetto artistico choc realizzato all’interno di uno spazio istituzion­ale possa innescare qualche polemica? «Raccontare il male non è inutile, è importante - ribadisce Marinelli - . La solidariet­à è anche capire a fondo ciò che è avvenuto, arrivare alla consapevol­ezza che i sogni di chi non c’è più possono continuare a vivere. Uscendo da lì i ragazzi capiscono cosa significa la vita». E precisa: «La generazion­e dei giovani di oggi è accusata di essere schiava della tecnologia e della Rete, della finzione digitale. Anche per questo ho voluto usare lo strumento tecnologic­o più sofisticat­o, quello della realtà virtuale, per riportare alla realtà del corpo. Quella più tremenda del male e della distruzion­e. Giovani donne e uomini devono esplorare, scegliere, amare formarsi in tempi di violenza estrema. Serve consapevol­ezza per crescere in queste condizioni e in questo mondo. I giovani che rappresent­ano il nostro futuro devono restare incollati alla vita, non perdere nemmeno un’opportunit­à, nulla di quanto il mondo, per quanto difficile e ingiusto è in grado di offrire». Il messaggio che Marinelli rivolge a tutti i ragazzi che frequenter­anno Job Orienta a Verona è chiaro: «Tornati alla luce, usciti da quella stanza nera, scorgerete una scia dietro di voi. Tenetevela stretta. Appartiene a chi non ce l’ha fatta. A chi, da lì dentro, non è mai uscito. È un’altra vita che si è attaccata alla vostra. E vi chiede di viverla».

Marinelli Il messaggio? Non sprecare il tempo. E niente odio, solo amore per le vittime Realtà virtuale

Lo stand metterà a disposizio­ne dei visori vr, che porteranno lo spettatore «sul posto»

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La strage Il Bataclan, il locale al centro di un attacco terroristi­co che nel novembre 2015 costò 137 vittime
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