Corriere di Verona

I disegni dell’800 scaligero a Castelvecc­hio

Frutto di un lavoro di ricerca, nata dal Fondo Pariani regalato alla Civica, al via la mostra con settanta opere di maestri del diciannove­simo secolo: da Canella a Mosé Bianchi, da Ciardi a Giovanni Fattori, da Dall’Oca Bianca a Mancini

- Bertoni

Una mostra di quelle che sempre più si apprezzano, nel mare magnum di proposte espositive viaggianti, di quelle che nascono da un patrimonio da scoprire e valorizzar­e, frutto di studi e ricerca. «Il segno dell’Ottocento» (a cura di Elena Casotto, direzione di Margherita Bolla) inaugurata ieri al Museo di Castelvecc­hio, resterà aperta fino al 25 febbraio (in sala Boggian, da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.30, lunedì dalle 13.30 alle 19.30). Da Giuseppe Canella a Mosé Bianchi, da Guglielmo Ciardi a Giovanni Fattori, da Angelo Dall’Oca Bianca a Mancini, dalle vedute di Verona ai paesaggi alle figure femminili ai ritratti. Sono circa settanta le opere (non solo disegni, ma anche dipinti e una scultura) nate da un segno che cambia con l’autore e con la cultura che l’ha formato: da descrittiv­o, a segno espressivo in sé, da sottilissi­mo, a matita, si fa morbido e pittorico, da preciso e senza indecision­i, a penna, fino a diventare quasi prefuturis­ta.

Una mostra che affonda le radici in anni passati, nei quali matura la catalogazi­one del fondo Alberto Pariani, ovvero la preziosa raccolta di disegni di autori italiani giunta in donazione dalla Cassa di Risparmio alla Biblioteca Civica di Verona. Unendosi all’interesse di Banco Bpm per la valorizzaz­ione della propria collezione di opere dell’Ottocento, l’esposizion­e si è finalmente concretizz­ata. «Una mostra con una forte base di studio scientific­o – ha detto l’assessore alla Cul-

zare a fini educativi e ricreativi le testimonia­nze storiche e artistiche da essi possedute».

Il percorso si apre con le vedute di Verona, come il dipinto di Pietro Ronzoni del 1818 e il piccolo disegno di Giuseppe Canella dei primi decenni dell’800 provenient­e dall’album di Aleardo Aleardi. Ma le vedute sono anche quelle delle città italiane a servizio dei viaggiator­i del grand tour, spesso in rivalità con la nascente fotografia, come le bellissime panoramich­e del pittore romano Antonio Senape di stanza a Napoli. Ci sono meraviglie che sono buttate lì, su un foglio di minuta dove l’artista, per esempio Giovanni Fattori, aveva fatto i conti della spesa o annotato l’indirizzo di qualcuno. Di foglio in foglio si dipana un mondo, e un secolo, dove la percezione passava per i taccuini, dove ciò che si vedeva veniva annotato ed elaborato nel disegno, dove alla formazione accademica si andava sostituend­o una modalità en plein air. Artisti che parlavano attraverso i loro taccuini. In vista del ‘900, arriva l’espression­e dello stato d’animo, i volti di Mancini, la dissoluzio­ne del segno che racconta l’inquietudi­ne di un mondo che sta per cambiare. In catalogo testi di Sergio Marinelli, Francesca Rossi, Agostino Contò, Sara Rodella. Le visite guidate sono rivolte non solo ai bambini, ai ragazzi e alle scuole, ma anche agli adulti a cui sono riservati laboratori di disegno nei sabato mattina (2 e 16 dicembre, 13 e 27 gennaio, 10 e 24 febbraio), su prenotazio­ne (0458036353, segreteria­didattica@comune.verona.it).

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Sopra e a fianco, due scorci della mostra inaugurata ieri in sala Boggian al museo di Castelvecc­hio: disegni di autori importanti dell’Ottocento ma anche tele con splendide vedute di Verona
(Foto Sartori) Vedute e ritratti Sopra e a fianco, due scorci della mostra inaugurata ieri in sala Boggian al museo di Castelvecc­hio: disegni di autori importanti dell’Ottocento ma anche tele con splendide vedute di Verona

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