A casa dell’Inter senza i titolari del centrocampo
Fuori anche Castro e Radovanovic, tocca a Depaoli e Bastien. E Birsa può arretrare
Houston, abbiamo un problema: il Chievo bussa alla Milano nerazzurra (dove ha vinto solo nel 2001, poi 10 sconfitte e 4 pari) senza il suo centrocampo titolare. Squalificato Radovanovic, prestante metronomo, diga davanti alla difesa, il secondo in A (dopo Torreira) per palle recuperate. Out Castro, due mesi di stop, l’uomo dei break, qualità e quantità. E fuori, adesso, pure Hetemaj, per una botta che gli dà noie al tallone, niente di grave, tornerà con la Roma (come Radovanovic) ma intanto niente San Siro. Lì, di fronte ai 60 mila del Meazza, questo Chievo già a 20 punti vara una giovane e inedita mediana per reggere l’urto dell’Inter, quota 36 (mai così bene dopo 14 giornate) e lo stop del Napoli ch’è una goloseria, -2 dalla capolista, la vetta a portata di vittoria. «Sarà un bel banco di prova per chi andrà in campo», riflette Maran, senza prestarsi ad alibi e pensando, probabilmente, a Rigoni, incaricato della regia, quindi al ventenne Depaoli e Bastien (21) cui potrebbero spettare le corsie. Corsie trafficate, sulla carta, perché nessuno crossa quanto Inter e Chievo, 10 e 7 traversoni di media a gara, di là sfornano Candreva e Perisic, di qua soprattutto i terzini, Cacciatore e Gobbi. «Di sicuro sarà una gara d’altissima intensità visto l’obiettivo dell’Inter», dice Maran, «e sì, vedremo anche a quale risultato porterà quest’aspetto, dei cross, che ci accomuna». S’è detto: l’Inter di Icardi (15 reti, top dei bomber con Immobile) con tre punti può andare a comandare. «Ma questo diventa uno stimolo anche per noi», fa Maran. Noi, cioè un Chievo dentro cui c’è Inglese, che può essere del Napoli già a gennaio e fermando la corsa di Handanovic e soci – gli unici imbattuti, fin qui – darebbe una grossa mano ai suoi colori di domani. Che Inglese (6 gol) parta dal 1’ è scontato. Che Meggiorini gli faccia da spalla, è facile. Dubbio, invece, sulla posizione di Birsa (principe delle palle inattive contro un’Inter che non ha ancora subito un gol da calcio piazzato): potrebbe arretrare, lo sloveno, vicino a Rigoni e nel cuore del gioco, per permettere a Depaoli e Bastien di dedicarsi completamente alle fasce, soluzione (4-4-2 anziché 4-3-1-2) cui si era già prestato Castro contro Atalanta e Napoli. Dopo aver perso con Lazio, Juve e Milan (l’unica prestazione flop) e aver bloccato proprio il Napoli al Bentegodi (0-0, 5 novembre scorso), l’Inter è la quarta big sul cammino clivense. «Siamo consapevoli che ciò che proviamo in allenamento riusciamo sempre di più a portarlo in partita – fa Maran – e questo ci dà il coraggio per affrontare con spregiudicatezza anche le grandi». N’è consapevole pure Spalletti, che ieri, del Chievo, parlava un gran bene: «Squadra che si prende tutto ciò che le spetta da sola. Che sa quando pressare alto e quando tornare indietro. L’unica è pensare velocemente, e quando loro si abbasseranno sfruttare al meglio le poche occasioni che ci saranno concesse».