La «Biblioteca vivente» arriva in Letteraria Ma va in scena la protesta: «È censura»
(d.o.) Diciannove «libri» si sono raccontati ieri pomeriggio, nella sala principale della Società Letteraria, tempio della cultura scaligera ma, allo stesso tempo... realtà privata. Alla fine la Biblioteca vivente si è tenuta, con qualche mese di ritardo a qualche centinaio di metri di distanza da dove concordato, la Civica di via Cappello. È l’ultimo capitolo di una lunga polemica: l’iniziativa, in cui una serie di persone raccontano la loro storia si teneva da anni nello spazio del Comune. A settembre, l’invito a cambiare data: l’evento era calendarizzato insieme al Tocatì e la presenza di alcune «libri» che avrebbero riguardato esperienze di discriminazione per orientamento sessuale ha fatto sì che l’amministrazione la ritenesse «sconveniente» inserita in un evento ad alta partecipazione di minori. È scoppiato il caso. Alla fine, questa settimana, l’annuncio quasi a ridosso della data della Fondazione San Zeno, la realtà che organizza questo format internazionale a Verona, con il trasloco dell’iniziativa. La vicenda non è passata inosservata: ieri una cinquantina di «cittadine e cittadini contro la censura hanno manifestato davanti alla Letteraria, con lo slogan «Biblioteca vivente. In civica noi c’entriamo». Tra i manifestanti anche uno dei «libri viventi», che si è rifiutato di prendere parte all’iniziativa. Il suo titolo? «Un amore uguale a me stesso». Era una delle storie che avrebbero affrontato il tema dell’omosessualità. Alcune delle altre sono state «addomesticate» almeno nei titoli. Uno dei più forti, «Quando ero frocio» è diventato «Quando avevo paura di essere gay». Non è tutto: secondo i manifestanti gli organizzatori avrebbero pagato gli spazi della Letteraria, quando invece quelli della Civica sarebbero stati concessi sempre gratuitamente. Aspetto, questo, confermato anche dalla Fondazione San Zeno. Non sono invece chiari i motivi che avrebbero portato al trasloco. A settembre, il sindaco Federico Sboarina aveva fatto sapere che non aveva nulla in contrario a ospitare l’evento in Civica entro l’anno. Ieri, palazzo Barbieri, ha precisato di non essere a conoscenza della decisione della San Zeno e che la Fondazione «ha deciso autonomamente il luogo dello svolgimento».