Accoglienza profughi Il Tar conferma la bocciatura per Freemen
(e.p.) Niente richiedenti asilo da ospitare per l’associazione Freemen. Il Tar ha infatti respinto il ricorso dell’associazione veronese contro l’esclusione dall’ultimo bando per l’accoglienza profughi emanato dalla prefettura a giugno. Una gara da oltre 20 milioni per 3.200 posti da assegnare ai migranti, di cui 631 per i nuovi arrivati. Le domande di partecipazione presentate erano state 19 e complessivamente era stato coperto meno di un terzo dei posti previsti. Una sola la coop non ammessa, la Freemen appunto: niente dichiarazione del fatturato, niente dichiarazione dei periodi ai fini della valutazione del possesso del requisito minimo di un anno di esperienza e niente presentazione del certificato PassOe (passaporto di operatore economico) previsto dall’Autorità nazionale anti corruzione (Anac). E al momento dell’apertura delle buste, era scattata in automatico la bocciatura. Proprio come avvenuto nel 2016. Anche in quell’occasione Freemen si era rivolta al Tar per chiedere l’annullamento della gara. E anche quella volta, come accaduto pochi giorni fa, il ricorso era stato respinto dai giudici lagunari. Gli avvocati dell’associazione hanno sollevato in primis questioni sull’articolo 11 del bando relativo ai «requisiti di capacità economica e finanziaria». La gara infatti consentiva la partecipazione a «soggetti che abbiano conseguito nell’arco dell’ultimo triennio, un fatturato che sia pari ad un importo semestrale di attività, considerato il numero di posti offerti». Freemen lamentava una presunta violazione del principio di «favor
partecipationis» da parte della prefettura che l’avrebbe esclusa per mancanza del fatturato minimo pregresso. Ma i giudici hanno ricordato che «il favor partecipationis non è un valore assoluto ma va contemperato con l’irrinunciabile esigenza di assicurare la capacità economico-finanziaria e tecnicoprofessionale dei ricorrenti».