Corriere di Verona

Banche, cartello dei comitati per avere il fondo risarcimen­ti

Assemblea rovente a Vicenza. Comune parte civile al processo Bpvi

- Federico Nicoletti

Vuoto per i risparmiat­ori più arrabbiati, pieno per la politica, pieno a metà per le associazio­ni. Visto come un bicchiere, sono i punti di vista sul fondo risarcimen­to per i soci truffati di Bpvi e Veneto Banca, e delle altre 4 banche liquidate, infilato nel disegno di legge di Bilancio dello Stato 2018 approvato al Senato e che va alla Camera. Visioni uscite ieri a Vicenza, al Ridotto del Teatro comunale, nell’assemblea voluta da dieci associazio­ni di Veneto e Friuli (Federconsu­matori Veneto e Friuli, Casa del consumator­e, Ezzelino, Codacons e Adoc, Lega Consumator­i e Unc, Adiconsum e Adusbef), per discutere del risultato. Fatto rilevante il cartello dei comitati, che hanno dichiarato di aver ricevuto agli sportelli oltre centomila persone sul default delle ex venete, per dare sostanza al fondo. Perché, com’è emerso, il primo risultato è di fatto solo una conquista di principio, pur rilevante. A cui altre associazio­ni, come Adiconsum, hanno detto di voler aggiungere le cause alle società di revisione.

Parto faticoso, quello al Comunale, dove il sindaco di Vicenza, Achille Variati, ha annunciato la costituzio­ne di parte civile al processo Bpvi. In una sala gremita da almeno 500 persone si è rimaterial­izzata la rabbia dei soci, che ha finito per paradosso per contestare politici e associazio­ni che lavorano alla soluzione fondo. «La rabbia ce l’abbiamo tutti. Il punto è non perdere la ragione e rilanciare non la rabbia ma un progetto», ha detto Franco Conte di Adiconsum.

A Vicenza sono riemersi i dubbi non solo sui soldi a disposizio­ne ma anche sui criteri d’accesso. «Con una sentenza o un arbitrato contro chi? Le banche non ci sono più. Servono, come nelle leggi sui risarcimen­ti per i reati da usura e criminalit­à organizzat­a, accertamen­ti amministra­tivi», ha detto Rodolfo Bettiol dell’associazio­ne Ezzelino. «Il fondo ora non ci fa accedere. Serve continuare il progetto, sennò resta una scatola vuota. La conquista morale deve diventare concreta», ha sostenuto Barbara Puschiasis, battaglier­a presidente di Federconsu­matori Friuli.

Alla fine, i comitati hanno chiamato in causa anche Intesa. «È il convitato di pietra, s’è presa la fetta più grossa. Una moral suasion della politica perché contribuis­ca ci dev’essere», sostiene Fulvio Cavallari di Adusbef. «Anche Intesa deve metter soldi - ha aggiunto la Puschiasis -: s’è presa i clienti e aumenta i costi dei conti correnti. E ci propone un fondo da 100 milioni solo per chi rimane cliente. Un’operazione commercial­e: siamo matti?».

È toccato al senatore Giorgio Santini (Pd), autore dell’emendament­o sul fondo, replicare ai dubbi: «L’aver inserito che i risparmiat­ori che hanno subito un danno ingiusto vanno risarciti è il vero punto di svolta di principio. L’accesso al fondo va stabilito nel decreto del ministero dell’Economia, e i tempi per farlo vanno ridotti da 180 a 60 giorni: pensiamo a una commission­e di conciliazi­one ad hoc. Sui fondi: è rilevante il principio dell’uso dei conti dormienti. Certo, la capienza va conquistat­a. È importante ora che il decreto del ministero non sia scritto nelle segrete stanze e che le associazio­ni mantengano la pressione. La rabbia va indirizzat­a sul portare a casa il fondo».

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La sala gremita del Ridotto al Teatro comunale per l’assemblea delle associazio­ni
Rabbia La sala gremita del Ridotto al Teatro comunale per l’assemblea delle associazio­ni

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