Corriere di Verona

Tra alberghi e case vacanza

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via Ventolone, 4, Arquà Petrarca, Padova.Telefono: 0429 718160 Doppia 60 euro

via Giovanni Randaccio, 6/9, Padova. Telefono 049 725877. Doppia 70 euro

via Melchiorre Cesarotti, 21, Padova. Telefono 049 8239711. Doppia 60/70 euro SERVITO Il gran bollito con la gallina, le erbette cotte e le salse. Nel Padovano sono molti i ristoranti del bollito

«Chi si occupa di queste cose – continua Borin – ha riconosciu­to i “tagli” tipici di un piatto locale: Galileo non è solo il padre della scienza moderna, ma anche quello del “gran bollito alla padovana”». Specialità che nel territorio di Padova si declina in più ricette trasmesse di generazion­e in generazion­e. Per Borin, gli ingredient­i sono: «Il cappello del prete (manzo); il cotechino; la lingua di bue salmistrat­a; la gallina padovana (razza elegante, dotata di un grande ciuffo; dalla carne sottile e pregiata); e l’anatra». Quanto ai condimenti, per Borin quelli più azzeccati sono «la salsa verde, il sale grosso, la mostarda vicentina (a base di mela cotogna), il cren (salsa di rafano), la catalogna (verdura cotta), il purè e la salsa allo zenzero». Borin gestisce il locale di famiglia in uno dei borghi più belli d’Italia, lì dove spiccano la casa e il mausoleo del Petrarca, nel quadro romantico e trasognato dei Colli Euganei, cantati da Shelley. Di gran bollito si occupa

«su ordinazion­e: occorrono ore per preparalo, pertanto è meglio che il cliente si faccia vivo prima». Chi lo propone sempre, il gran bollito, è per esempio Emanuele Roverato, del ristorante “Dotto di campagna” di Torre. Rappresent­a l’ottava generazion­e di una stirpe di ristorator­i: «Dotto è un soprannome: il mio bisnonno era quello che in paese sapeva leggere e scrivere». Per Roverato il bollito va distinto dal lesso. «Il secondo si

fa partendo dall’acqua fredda, e serve per fare il brodo; il primo con l’acqua bollente. Il sapore resta dentro le carni, che vanno cotte separatame­nte». Nella sua ricetta, anche «la testina bollita di vitello e l’osso di maiale bollito. Tra le salse, anche la pearà (con mollica di pane e midollo)». Il piatto costa 16 euro.

In centro a Padova, invece, c’è l’«Antica Trattoria dei Paccagnell­a», 100 anni di storia a due passi dalla basilica di Sant’Antonio e nella stessa contrada dove Galilei teneva pensione; è gestita da Cesare Tombolato, che si definisce, senza mezzi termini, «un attivista della cucina tipica padovana». Nella sua ricetta, anche «la coda di manzo, una carne morbida, con una nervatura gelatinosa piacevole». Il vino giusto, secondo lui «è il vino rosso dei Colli euganei, che è un po’ aspro, e che pertanto conferisce equilibrio al piatto. E poi è roba locale, come il gran bollito».

La storia

Galilei non è solo il padre della scienza moderna, ma anche quello del “gran bollito alla padovana”. I suoi tagli erano quelli giusti

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