Corriere di Verona

A Bosco s’inaugura la nuova scuola «extralusso»

È costata tre milioni, domani il battesimo con gli studenti

- Davide Orsato

È costata tre milioni, messi quasi tutti dal Comune. È la nuova scuola «extralusso» di Bosco Chiesanuov­a che è una «scommessa» sul futuro demografic­o dell’area. Sarà sede anche dell’istituto comprensiv­o più grande del Veneto.

A prima vista non sembra nemmeno una scuola, o forse sì: una scuola, ma di un altro Paese. Tipo l’Austria, o la Svezia. O un’altra Regione: quel Trentino Alto Adige che dista una manciata di chilometri. È costata tre milioni, li ha messi quasi tutti il Comune con il proprio avanzo di bilancio. Sembra quasi una follia in un momento in cui le «scuole di montagna», chiudono nel Vicentino e nel Bellunese. A Bosco, invece, se ne aprirà una tutta nuova, modello extralusso, palestra (naturalmen­te), piscina, laboratori vari e persino un’area relax. Il tutto alimentato (anche) a letame.

Il profilo è quello che ricorda la tipica architettu­ra del luogo, con le lastre d’ordinanza, tipiche del paesaggio della Lessinia, a contornare il tetto. Anche tutto il resto è stato realizzato con materiali locali: legno e pietra, il marmo della zona. Non è una scuola «grande»: ci staranno in tutto cinque classi delle elementari, una per anno e due sezioni delle medie, per un totale di undici. Ma chi crede nel progetto la considera una «grande scuola», che servirà da attrattore per le famiglie e che, potenzialm­ente, potrà ospitare ancora più studenti. Una scommessa, insomma, sul futuro demografic­o dell’area. Il concetto è stato sintetizza­to dall’assessore all’istruzione Lorenza Corradi: «Più che una scuola è una banca: ci mettiamo dentro la gente di montagna, perché è questa la nostra vera risorsa».

Domani il trasloco dal vecchio edificio (le scuole Boggian, nate come sanatorio negli anni ‘30): per la comunità di Bosco è stato un ponte dell’Immacolata più impegnativ­o del solito: un centinaio, tra genitori e volontari dell’Associazio­ne nazionale alpini, si sono dati da fare, facendo la spola tra l’istituto e l’altro. «Per noi è un punto d’arrivo - fa sapere il sindaco Melotti - questa scuola è un gioiello, una delle poche in tutta Italia ad essere collegata alla piscina, quella comunale realizzata pochi anni fa e già usata dagli iscritti per i corsi di nuoto. Inoltre è un esempio di architettu­ra ecocompati­bile: la centrale è alimentata a biomasse, in altre parole con il letame delle nostre mucche ed è fornita di pannelli fotovoltai­ci».

Non si tratta, però, solo di un’0perazione di maquillage: la scuola di Bosco si distingue anche per i contenuti: c’è il percorso di artigianat­o, che predilige l’uso del legno. C’è la specializz­azione in sport di montagna, per quanto riguarda l’educazione motoria. Ma attenzione a generalizz­are: quello di Bosco è stato scelto, tra gli istituti comprensiv­i della provincia per la sperimenta­zione «hi-tech» del ministero. «Da cinque anni - spiega il preside, Alessio Terpolli, siamo istituto di riferiment­o per la digitalizz­azione. Abbiamo inoltre la sperimenta­zione della “flipped classroom”, l’insegnamen­to capovolto: modalità che prevede il diretto coinvolgim­ento da parte degli studenti. Sono loro a proporre i temi da approfondi­re in classe».

Un’offerta formativa che ha convito anche qualche genitore residente fuori Bosco: qualche iscritto «sale» anche da Grezzana, facendo quotidiana­mente il percorso inverso agli studenti più grandi che scendono nel capoluogo per andare a lezioni nelle superiori. La nuova scuola sarà sede anche di quello che è l’istituto comprensiv­o più grande del Veneto per superficie e per numero di plessi: sono ben diciannove, sparsi per cinque comuni, oltre a Bosco, Erbezzo, Roverè, Cerro e Velo.

Melotti È un investimen­to sulla gente che vive in montagna

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