Statuine, laboratori e un mini villaggio Natale nelle scuole, è l’anno dei presepi
Anticipate (di fatto) le direttive regionali. Ma tra gli islamici c’è chi critica: «I fondi? Altre priorità»
Qualche materna ha chiesto alle mamme e ai papà di portare una statuina, altre le realizzano nei laboratori di classe, e c’è addirittura una scuola, in un’isola sperduta della laguna, Sant’Erasmo, che quest’anno espone un presepe regalato da un esperto artigiano. Il Natale è alle porte e non c’è asilo e scuola del Veneto che, quest’anno, non lo festeggi tra recite e concerti, alberi addobbati e, soprattutto, presepi. Due anni fa, tra mille polemiche, in alcuni istituti i simboli cristiani erano stati banditi in rispetto della società multiculturale ma i tempi sono cambiati e, oggi, nelle scuole è tornato il presepe. Maestre, professori e dirigenti scolastici hanno cioè anticipato la decisione della Regione Veneto di finanziarne, per il 2018, la realizzazione in tutti gli istituti. Merito del lavoro di integrazione, portato avanti nelle scuole, tra vecchi e nuovi cittadini, ma anche di una circolare dell’Ufficio scolastico regionale che ribadisce l’importanza del rispetto della nostra tradizione. Il documento è nato nel pieno della bufera scoppiata, nel 2015, per la scelta di alcune scuole di ridimensionare il Natale, evitando simboli religiosi e spingendo per celebrazioni multiculturali. L’invito di Daniela Beltrame, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, invitava «ad accogliere e organizzare, nel rispetto dell’autonomia scolastica, rappresentazioni del messaggio pacificatore del Natale, simbolo di fratellanza». La circolare, «che è tutt’ora valida», sottolinea Beltrame ha fugato ogni dubbio o remora sulla presenza di simboli cristiani nelle scuole tant’è che quest’anno in una delle elementari più multiculturali del Veneziano, la Grimani di Marghera, frequentata da alunni provenienti da ogni angolo del mondo, il 19, i bambini festeggeranno il Natale nella vicina chiesa di Sant’Antonio. «A dire la verità, abbiamo già iniziato le celebrazioni con il concerto della Fenice a scuola a fine novembre - dice entusiasta la dirigente Gelsomina D’Anna -. Il nostro è un istituto complesso ma è al contempo accogliente e ricco d’umanità, quando abbiamo proposto la recita in parrocchia temevamo che qualche genitore dicesse di no e invece le prime ad aderire sono state proprio le famiglie di altre religioni». A Sant’Antonio, vicino al presepe ci saranno bimbi induisti, musulmani e cattolici, tutti insieme a cantare «Bianco Natale», senza il timore di offendere qualcuno. Ed è sempre D’Anna che (per colpa o per merito delle reggenze legate alla strutturale mancanza di dirigenti scolastici che la portano gestisce anche l’elementare di Sant’Erasmo) ha detto subito sì al villaggio di Natale realizzato dall’artigiano Silvio Busetti per i bimbi dell’isola. Distante quasi un’ora di vaporetto da Venezia, tra i 723 residenti ci sono solo undici bambini tra i 6 e i 10 anni e studiano in una delle poche «pluriclasse» della nostra regione. Ed è per loro che è nato il villaggio natalizio. Ma non è l’unico del Veneto. «In tutti i nostri asili e scuole materne ci sono albero e presepe e non è una questione religiosa: fa parte della nostra tradizione - dice Stefano Cecchin, presidente di Fism Veneto - siamo scuole paritarie ma accogliamo bimbi di tutte le religioni, ciò non toglie che il presepe e in generale le feste di Natale sono parte della cultura italiana ed è giusto che ci siano». Anche i sindacati confermano. «Con tutti i problemi che ci sono, nessuno si pone più problemi etici sul Natale, si festeggia ovunque», dice Lorenzo Gaggino, portavoce dell’associazione dei presidi. Aggiunge Sandra Biolo, segretaria di Cisl scuola: «Non mi risulta che ci siano scuole che abbiano rinunciato ai festeggiamenti».
Sul presepe a scuola non ha nulla da eccepire (da anni ormai) neppure la comunità musulmana in Veneto. Abdallah Khezraji dell’associazione Hilal e riferimento della comunità marocchina in regione si concede però una chiosa: «Ormai i nostri bimbi hanno l’albero di Natale a casa, il presepe non è mai stato un problema. Mi chiedo, però, se quei fondi regionali non sarebbero stati più utili ad esempio per la mediazione culturale e il sostegno di cui le scuole tanto hanno bisogno».
D’Anna La recita in parrocchia ha raccolto per primi i pareri favorevoli delle famiglie di altre religioni Beltrame L’invito è quello di accogliere e organizzare le rappresentazioni del Natale, che è un simbolo di fratellanza Il progetto
Nel 2018 la Regione finanzierà un presepe in ogni scuola del Veneto