Caso «La Cercola», la diffida di Bertucco «La giunta Sboarina revochi la delibera»
Il consigliere comunale: «Se l’Amministrazione non ci ascolta, pronti con un esposto»
Michele Bertucco «diffida» la giunta comunale affinché revochi la delibera del maggio scorso, in base alla quale venivano «salvati» numerosi progetti, tra cui quello del nuovo centro commerciale La Cercola, a San Michele Extra. Una decisione drastica («e se non ci ascolteranno siamo anche pronti – spiega Bertucco – a presentare un esposto per omissione o abuso in atti d’ufficio») che riapre la già dura polemica su questa vicenda.
Cerchiamo di ricapitolare e semplificare per quanto possibile una questione molto «tecnica» ma decisamente importante. Le proposte di insediamenti erano contenute nel Piano degli Interventi (la parte attuativa del Piano Regolatore, per dare un’idea di cosa sia).
Molte di quelle proposte rimasero ferme a lungo, e arrivarono sull’orlo della decadenza. La giunta Tosi, con l’aiuto insperato di un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle, «salvò» in extremis un centinaio di proposte, tra cui quella de La Cercola, centro commerciale che dovrebbe nascere a San Michele, vicino al casello di Verona Est, e la cui realizzazione dovrebbe offrire in cambio alla città il parcheggio-scambiatore al capolinea est del futuro filobus.
Secondo Bertucco e Giuseppe Campagnari (Sinistra e Verona in Comune) quel «salvataggio» è illegittimo e va revocato, pena la denuncia appunto per omissione o abuso d’ufficio.
Lo stesso Bertucco spiega che «su 313 schede norma (ogni scheda è un progetto urbanistico proposto dai privati e approvato dal Comune), 97 erano già state dichiarate decadute ed altre 128 si apprestavano di lì a pochi giorni (precisamente il 13 marzo) a fare la stessa fine».
A quel punto però, sostiene il consigliere «nel corso della discussione della Variante 22 un consigliere del Movimento 5 Stelle presentò un emendamento (non votato dal Consiglio perché immediatamente accolto dall’Amministrazione) che proponeva, a certe condizioni, la possibilità di salvare alcuni progetti urbanistici. Sulla base di questa indicazione la giunta Tosi, - prosegue Bertucco - dichiarò salve 101 delle 128 schede in via di scadenza, e tra i progetti urbanistici salvati con questo sistema c’era anche il centro commerciale a Verona Est».
Fine della storia? Nient’affatto, perché Campagnari e Bertucco affermano che «la Variante 22 risultava essere entrata in vigore il 17 marzo 2017, dunque 4 giorni dopo la decadenza automatica delle schede». Di qui la diffida di Sinistra in Comune alla giunta oggi in carica: «Se vuole rientrare nei binari della legalità – dicono i due esponenti - l’amministrazione in carica ha due vie percorribili: revocare in autotutela la delibera 174 e non pensarci più, togliendoci dalle scatole una grande quantità di progetti edilizi inutili e dannosi, come il terzo centro commerciale a Verona Est, oppure riprendere l’iter di tutte le 101 schede indebitamente salvate così come indicato nell’emendamento dei Cinque Stelle. E comunque, poiché solo il Consiglio comunale ha il potere di decidere in materia di revisione del Piano degli Interventi, la delibera della giunta Tosi va in ogni caso ritirata»
La diffida è adesso sul tavolo del sindaco Federico Sboarina che dovrà decidere quale strada seguire.
In ballo, appunto, decine e decine di progetti, ma con gli occhi puntati soprattutto su La Cercola, nuovo centro commerciale che sorgerebbe su circa 24.500 metri quadri.
Le possibilità
Due le vie percorribili: revocare la delibera oppure riprendere l’iter di tutte le 101 schede