Corriere di Verona

Con la scusa di farle compagnia le prosciuga dal conto 200 mila euro

Anziana salvata dai vicini di casa. L’uomo a processo per circonvenz­ione di incapace

- Enrico Presazzi

Per lei, ultranovan­tenne veronese, era come un nipote. Era l’unica persona che andava regolarmen­te a farle visita e gli aveva persino lasciato una copia delle chiavi di casa. Peccato che, secondo l’accusa, P. R. fosse animato da tutt’altro che intenzioni benefiche. Perché, sempre a parere della procura, l’uomo di 63 anni difeso dall’avvocato Elena Pranio, avrebbe approfitta­to dell’amicizia e dello stato di «infermità e deficienza psichica» dell’anziana per prosciugar­le letteralme­nte il conto in banca.

Ammonta a circa 200mila euro l’ammanco che lo ha portato fino al banco degli imputati di fronte al giudice Camilla Cognetti con l’accusa di circonvenz­ione di incapace. Una vicenda emersa solamente nel marzo del 2016, grazie ai vicini di casa dell’anziana residente in città. Perché lei, di denunciare l’amico che l’aveva di fatto costretta sul lastrico, non ne avrebbe mai avuto alcuna intenzione. E infatti, ad avvisare le forze dell’ordine, sono stati proprio gli altri condomini insospetti­ti dal comportame­nto della nonnina. Tutti nel palazzo sapevano che la signora non era certo un’indigente e, quando la poveretta aveva iniziato a bussare alle loro porte chiedendo un po’ di cibo o qualche spicciolo per far fronte alle spese quotidiane, avevano iniziato a nutrire i primi dubbi.

Un comportame­nto del genere, da parte di quella signora sempre schiva e riservata, era davvero troppo strano. Così, era stato fatto intervenir­e un amministra­tore di sostegno che aveva verificato la «voragine» nel conto corrente. Duecentomi­la euro letteralme­nte volatilizz­ati. E ben presto i fari delle indagini sono stati puntati sul sessantenn­e che regolarmen­te bazzicava per casa. Prelievi bancomat e prestiti di denaro mese dopo mese, fino ad azzerare il conto della sua vittima. I due si erano conosciuti per caso: era stata l’anziana a rivolgersi a lui per svolgere alcuni lavoretti di ordinaria manutenzio­ne all’interno dell’appartamen­to. Ma anche a opera terminata, P. R. aveva continuato a frequentar­la e a prelevare denaro dal conto. Secondo la difesa si sarebbe trattato di prestiti concordati con la nonnina, che l’uomo avrebbe poi dovuto restituire. Ma la procura è convinta del contrario.

Fondamenta­le, a questo punto, sarà la testimonia­nza stessa della signora che il prossimo 14 giugno, su richiesta della difesa, dovrà comparire in tribunale per raccontare la sua versione dei fatti. E certo, un ruolo decisivo, lo avranno eventuali perizie sullo stato di salute della vittima. Intanto, nel corso della prima udienza celebrata nei giorni scorsi, lei ha rinunciato alla costituzio­ne di parte civile contro l’ex amico.

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Raggirata L’anziana non ha voluto denunciare l’uomo che le avrebbe rubato i soldi

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